Scheda film

Regia: Lasse Hallstrom
Soggetto: dal romanzo di Paul Torday
Sceneggiatura: Simon Beaufoy
Fotografia: Terry Stacey
Montaggio: Lisa Gunning
Scenografie: Michael Carlin
Musiche: Dario Marianelli
G.B., 2011 – Comemdia – Durata: 107′
Cast: Ewan McGregor, Emily Blunt, Kristin Scott Thomas, Amr Waked, Catherine Steadman, Tom Mison, Rachael Stirling
Uscita: 18 maggio 2012
Distribuzione: M2 Pictures

 L’ultimo film di Lasse Hallstrom…

Il pescatore di sogni, l’ultimo film di Lasse Hallstrom (Chocolat, Le regole della casa del sidro), ambisce ad essere comico, drammatico, di denuncia, introspettivo, metaforico e romantico. Peccato che prevalga solo l’ultima connotazione condita da una buona dose di miele e buonismo. Una commedia tremendamente romantica sintetizzata nella storia di un uomo monotono con poco senso dell’umorismo che s’innamora di una donna più brillante di lui. Tutto il resto passa in secondo piano. Il giovane ittiologo Fred (Ewan McGregor) è costretto ad accettare un progetto per lui insensato di portare la pesca al salmone nello Yemen, volontà espressa da uno sceicco ricchissimo (Amr Waked). Ma la contestazione e il sarcasmo lasciano il posto alla passione anche grazie all’energia contagiosa e al fascino della rappresentante dello sceicco Harriet (Emily Blunt). La storia, tratta dall’omonimo libro di Paul Torday, non riesce mai a staccarsi dal cliché del riscatto personale e dell’amore universale, vanificando in assoluto la volontà del regista di offrire una molteplicità di registri linguistici e narrativi.
Se sono da apprezzare i ragionamenti mistici dello sceicco sul paragone tra la pesca e la fede in Dio e il viaggio introspettivo dei due giovani che grazie a quest’esperienza ritroveranno se stessi, convince molto poco l’epilogo della storia, troppo scontata e accettata solo se interpretata in chiave favolistica.
Sopra le righe il ruolo di Kristin Scott Thomas che veste i panni di Patricia Maxwell, l’addetta alle pubbliche relazioni del Primo ministro inglese, una donna in carriera con famiglia e email sempre sotto gli occhi, metafora dei tempi moderni.
Solo accennata la polemica politica (nel libro è molto più evidente) con la volontà del governo britannico di finanziare il progetto per distrarre l’opinione pubblica dalla politica inglese in Medio Oriente e solo accennato persino il tema dell’integralismo islamico con il sabotaggio. Elementi forse di troppo per una trama che non ha lasciato spazio se non al romanticismo e alla poesia, con la risultante di un prodotto che convince poco anche come commedia.

Marta Fresolone