Scheda film

Regia e Sceneggiatura: Vincent Paronnaud, Marjane Satrapi
Fotografia: Christophe Beaucarne
Montaggio: Stéphane Roche
Scenografie: Udo Kramer
Costumi: Madeline Fontaine
Musiche: Olivier Bernet
Francia/Germania/Belgio, 2011 – Drammatico – Durata: 93′
Cast: Mathieu Amalric, Edouard Baer, Maria de Medeiros, Golshifteh Farahani, Eric Caravaca, Chiara Mastroianni, Mathis Bour
Uscita: 6 aprile 2012
Distribuzione: Officine Ubu

 Marjane Satrapi ci racconta la magia e la tristezza dell’amore

Teheran, 1958. Nasser Ali Khan, famosissimo virtuoso del violino, hanno rotto il suo strumento prediletto. Non riuscendo a sostituirlo con nessun altro strumento che possa essere all’altezza, l’uomo non riesce più a trovare un senso alla sua vita e decide così di morire. Mentre attende l’arrivo della morte si sofferma a pensare sul futuro dei suoi figli, sulla sua giovinezza, sui suoi cari e sugli eventi che lo hanno portato a quella disperata decisione.
Dopo il grandissimo successo del loro primo film, Persepolis, tutti si aspettavano che Maryane Satrapi e Vincent Paronnaud, tornassero con una pellicola d’animazione.
Le premesse c’erano tutte, a partire dalla natura stessa di Poulet aux prunes, romanzo a fumetti dell’autrice iraniana conosciuto in Italia come “Pollo alle prugne”, basato ancora una volta su ricordi autobiografici, ma che, stavolta, si mescolano con elementi di fantasia.
Ciò che i due autori vogliono raccontare non è l’esito della dolorosa scelta di un uomo che non ha più ragioni di vivere, ma vogliono farci entrare nella mente e nei ricordi del protagonista, e ci fanno percorrere il triste cammino che lo ha condotto fino a evocare Azraele, l’Angelo della Morte.
Il film, al di là di ogni previsione, è ancora più giocoso e magico di Persepolis, come se Paronnaud e la Satrapi sentIssero il peso di eguagliare le aspettative e lo splendore del precedente lavoro. Particolarmente belli sono gli episodi che raccontano la vita di Nasser, soprattutto a livello stilistico. Sono molti i momenti in cui la fantasia vola alta, con intuizioni visive e narrative a dir poco geniali. Non manca naturalmente una sequenza in animazione davvero spiritosa.
Ma non ci sono solo i flashback, ma anche un paio di notevoli flashforward, ovvero vere e proprie incursioni nel futuro che ci mostrano che fine faranno i figli del protagonista. I loro destini ci verranno raccontati a metà strada tra il comico e il tragico, scegliendo due tonalità di stili differenti a seconda della storia raccontata.
Ci si diverte molto con Poulet aux prunes, grazie ad una ironia grottesca ed esagerata. Ma sono davvero tante le emozioni che il film ci regala soprattutto quando tratta il lato più romantico della storia. Perché i ricordi di Nasser riguardano anche la madre, sulla cui tomba si è formata una perenne piccola nube dovuta forse alle tante sigarette fumate in vita e riguardano soprattutto un amore chiamato Iran.
I due autori sono bravissimi nel gestire gli 8 giorni che restano da vivere al protagonista, e di conseguenza ad armonizzare i ricordi dell’uomo.
Non svelano tutto subito ma lasciano al pubblico una parte finale meravigliosa in cui si arriva a capire l’anima del protagonista. Poulet aux prunes forse da alcuni verrà accusato di essere un film troppo lavorato, troppo composto sotto alcuni aspetti, ma, come il piatto prelibato da cui prende il nome, il preferito di Nasser Ali, è capace di regalare emozioni forti e uniche e va assaporato in un sol boccone.

Voto: * * * *

Giada Valente