Scheda film
Regia: David Brooks
Sceneggiatura: Chris Sparling
Fotografia: Bengt Jonsson
Scenografie: Craig Sandells
Costumi: Patricia J. Henderson
Musiche: David Buckley
USA/Canada, 2012 – Thriller – Durata: 90′
Cast: Josh Peck, Alice Eve, Brian Geraghty, Aaron Hughes, Will Woytowich, Steve Nagribianko, Glen Thompson
Uscita: 17 febbraio 2012
Distribuzione: M2 Pictures
Problemi del cash
Se Sir Alfred Hitchcock ci aveva fatto temere per un bel pezzo docce e motel, se Steven Spielberg aveva fatto allontanare negli anni settanta i bagnanti dalle spiagge americane e se Sean S. Cunningham aveva reso i campeggi posti poco salubri da frequentare, soprattutto in compagnia degli amici, David Brooks tenta analoga operazione d dissuasione nei confronti dei bancomat. C’è da dire che già non si tratta di luoghi totalmente sicuri, avvicinandosi ai quali è bene guardarsi intorno con circospezione, attenzione che è bene mantenere pure all’atto del prelievo di denaro, augurandosi di non essere oggetto di clonazioni o di truffe di vario genere
Nel film del regista inglese, qui al suo debutto, il pericolo è ben maggiore, poiché in gioco è la vita stessa dei protagonisti: due bancari, David (Brian Geraghty) ed Emily (Alice Eve), che stanno iniziando a flirtare insieme, appena usciti dalla festa di Natale della loro azienda in compagnia del collega Corey (Josh Peck), si fermano ad una postazione bancomat (in inglese ATM) per prelevare del denaro, ma incappano in uno sconosciuto che ha studiato una trappola letale nei confronti dei prossimi clienti del dispositivo automatico. E quella sera, loro malgrado, i primi sono proprio loro tre…
ATM, oltre che una velata critica alla società dei consumi, racchiude molti degli elementi topici e tipici del thriller: l’aggressore ignoto, il gruppo di amici con qualche tensione al loro interno, l’assenza di mezzi di difesa, l’unità del luogo, la natura ostile. E prima ancora fa leva sul bisogno di sicurezza delle nostre “democrazie” occidentali, che hanno perciò disseminato le nostre città di telecamere e di sistemi di protezione con il risultato di un nulla di fatto, come la tesa sceneggiatura di Chris Sparling vuole dimostrarci.
Brooks rinuncia alla suspense hitchcockiana, in parte anche a causa del luogo ristretto (anche se il maestro aveva dato del suo meglio proprio all’interno delle quattro mura di Nodo alla gola) e ci fa identificare con gli sventurati protagonisti, tenendoci dentro al piccolo edificio del bancomat con loro, portandoci ad assumere il loro (distorto) punto di vista, facendo del film un’opera a tesi, volendo dimostrare la relativa utilità, se non la letalità della miriade di telecamere e mezzi di sicurezza, tant’è che, quando finalmente i soccorsi arrivano, prendono pure un granchio.
Il limite di ATM è il dover mantenere la tensione più alta possibile, cercando continue idee ad effetto, ma non tutte completamente plausibili, che comunque non riveleremo per non rovinare la sorpresa agli spettatori. Anche il piano perfetto dello sconosciuto sembra mostrare qualche lacuna, forse trovando eccessiva resistenza nelle vittime e giovandosi di perciò di qualche estemporanea improvvisazione e di un calo di credibilità.
Il risultato è più che altro un thriller estivo o televisivo – infatti negli USA uscirà prima come video on demand, debuttando in prima assoluta da noi (!) – quindi qui fuori sede o contesto, da godersi prossimamente solo per una manciata di brividi refrigeranti.
E nell’ultima scena si apre anche lo scenario per un sequel, che, speriamo, non veda mai la luce…
Voto: * *½
Paolo Dallimonti