Scheda film
Regia: Stefano Sollima
Soggetto: Carlo Bonini
Sceneggiatura: Daniele Cesarano, Barbara Petronio, Leonardo Valenti
Fotografia: Paolo Carnera
Montaggio: Patrizio Marone
Scenografie: Paola Comencini
Costumi: Veronica Fragola
Musiche: Mokadelic
Italia/Francia, 2012 – Drammatico – Durata: 90′
Cast: Pierfrancesco Favino, Filippo Nigro, Marco Giallini, Andrea Sartoretti, Domenico Diele, Roberta Sapgnuolo
Uscita: 27 gennaio 2012
Distribuzione: 01 Distribution
L’Italia violenta tra distintivi e moralismi
Dopo il notevole successo di pubblico e critica della serie tv Romanzo Criminale, Stefano Sollima porta sul grande schermo l’omonimo romanzo di Carlo Bonini.
Un viaggio nel mondo dei cosiddetti celerini, inteso come gruppo distaccato dal resto del corpo di Polizia e con sospetto e diffidenza dai cittadini.
All cops are Bastards (tutti i poliziotti sono bastardi) racconta la storia di questo gruppo di poliziotti del reparto celere usando toni duri e violenti, con uno sguardo inedito sul mondo.
Cobra, Negro e Mazinga sono tre “celerini bastardi”. “Celerini”, così si sentono, più che poliziotti. Vivono da tempo immersi nella violenza, specchio di una società ormai esasperata e in un mondo fatto di regole che vogliono far rispettare anche a costo di un uso esasperato della forza. Al loro gruppo si unisce Adriano, una giovane recluta: attraverso i suoi occhi e la sua lenta integrazione nel reparto mobile vengono raccontate le vita di questi uomini, scandite da alcuni degli eventi più eclatanti di violenza urbana accaduti in Italia negli ultimi anni.
All cops are bastards è un acronimo nato negli anni 70’ dal movimento skinhead inglese, e poi diventato nel tempo un richiamo universale alla guerriglia nelle città, nelle strade e negli stadi. Stefano Sollima voleva raccontare questa storia da diverso tempo.
Nel Gennaio 2010 contatta Daniele Cesarano, Barbara Petronio e Leonardo Valenti, storici sceneggiatori con i quali ha realizzato Romanzo Criminale – la serie, per lavorare sul romanzo di Carlo Bonini, noto giornalista di Repubblica. La sceneggiatura si allontana leggermente dall’originale: infatti se nel libro i protagonisti sono Fournier, Drago e Sciatto, nel film il personaggio di Drago è diviso tra i personaggi di Favino, Giallini e Nigro. Anche il personaggio di Adriano è frutto della fantasia degli sceneggiatori: “è la storia di una giovane recluta affascinata da un gruppo di anziani e dalla loro morale assoluta e ambigua allo stesso tempo. Il tutto raccontato in presa diretta, con un andamento quasi cronachistico: una fenomenologia dell’odio che si respira nel reparto celere”.
Verranno ripercorsi alcuni episodi drammaticamente famosi nella storia della cronaca del nostro paese: i fatti del G8 di Genova, la morte dell’Ispettore Filippo Raciti, il caso di Giovanna Reggiani e in ultimo la morte del tifoso laziale Gabriele Sandri .
Si arriva così ad un racconto asciutto, senza retoriche che non raffigura né santi né peccatori “Il film, nonostante sia immerso nei fatti più sanguinosi ed inquietanti degli ultimi anni, non vuole essere un film di denuncia sociale, o meglio, non solo – precisa Sollima. È soprattutto una storia di uomini, un racconto di amicizia, fratellanza, di ricerca di sicurezza e ordine, ambientato in un paese sempre più attraversato dall’odio, sempre più radicalizzato nelle sue posizioni, che compone certamente uno sfondo sconfortante, da cui però è bene non distogliere lo sguardo”.
Il G8 di Genova è una ferita ancora aperta, un errore da dimenticare, uno sbaglio con cui dover convivere.
Senza falsi moralismi o con facili sentimentalismi, A.C.A.B. racconta la quotidianità di chi lavora ogni giorno per strada scontrandosi con la violenza e con la rabbia di un popolo lasciato sempre più allo sbaraglio, senza una guida o dei principi a cui credere.
Mettendo da parte i pregiudizi che la maggior parte di noi ha verso i cosiddetti “celerini”, si godrà di un pezzo di realtà capace non solo di arricchire la nostra concezione di giustizia, ma capace anche di farci capire che un cinema diverso è possibile in Italia, che si può fare e soprattutto che si deve fare.
Voto: * * *½
Giada Valente