Scheda film

Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Michel Hazanavicius
Fotografia: Guillaume Schiffman
Montaggio: Anne-Sophie Bion, Michel Hazanavicius
Scenografie: Laurence Bennett
Costumi: Mark Bridges
Musiche: Ludovic Bource
Francia/Belgio, 2011 – Commedia – Durata: 100′
Cast: Jean Dujardin, Bérénice Bejo, John Goodman, James Cromwell, Penelope Ann Miller, Missy Pyle, Beth Grant
Uscita: 9 dicembre 2011
Distribuzione: BIM Distribuzione

Numero sale: 22

 Muto soccorso

George Valentin (Jean Dujardin) è un divo del muto nella Hollywood degli anni venti, una sorta di Douglas Fairbanks, per il quale le donne impazziscono, compresa la giovane Peppy Miller (Bérénice Bejo), aspirante attrice che non esita a farsi fotografare con lui, pur di avvicinarsi al successo. Quando, alla fine del decennio, il sonoro comincia ad affacciarsi, George, come fecero Chaplin e Keaton, punta i piedi e si ostina a seguire la strada dei film senza parole, ormai però senza successo. Saranno solo l’amore e la riconoscenza dell’attrice in ascesa a sostenerlo, pur se in segreto, finché egli non se ne accorgerà, dovendo fare i conti col proprio orgoglio…
Chi sono Michel Hazanavicius e Jean Dujardin? Entrambi conosciutissimi in Francia, il primo da noi è un perfetto signor nessuno, benché autore dei due film della serie spionistica venata d’ironia OSS 117, che ha mietuto incassi notevoli in patria; del secondo, tra l’altro protagonista del dittico, qualcosa s’è visto (Ca$h, Ah! Se fossi ricco, oltre a qualcosa passato direttamente sulle TV del digitale terrestre), mentre molto altro no, compreso lo spietato 99 francs, del dissacratorio Jan Kounen, sul rutilante mondo della pubblicità, film che da noi, anche nei giorni del successo del dopo-Cannes, i più continuano ad ignorare. La coppia fa parte di quella frangia cinematografica d’oltralpe, a metà tra il cinema d’autore e quello di genere, che viene costantemente ignorata dai distributori nostrani, proprio perchè fuori dalle due tipologie che più “sembrano” riscuotere successo qui da noi.
The artist, vincitore al Festival di Cannes 2011 del premio come miglior attore a Dujardin, è un film, muto (ma non troppo) ed in bianco e nero, ma pieno di trovate: dall’antico formato rigorosamente in 4:3 all’incubo sonoro di George in cui tutto fa rumore, compresa una pesantissima e rumorosissima piuma, e tutti ridono, mentre lui non riesce a parlare; dalla tenera Peppy che si intrufola nel camerino del divo e come un mimo gioca con la sua giacca all’incontro tra i due sulle scale; dalla sbornia in cui un personaggio di George in miniatura lo aggredisce, fino al litigio con la propria ombra che sfocia in un pericoloso delirio incendiario. Tutti i sottogeneri del muto vengono affrontati, dall’espressionismo al comico, passando per il melodramma, non rinunciando a giochi metacinematografici, come l’inizio in cui George si vede da dietro lo schermo, in attesa che la proiezione del suo film finisca, svelando così il suo essere attore, o il “BANG!” del prefinale che fa equivocare sul colpo di pistola sparatosi da George o ancora l’ultima scena, oltremodo felliniana, in cui si svela tutto il set nell’intervallo tra due prese.
The artist è cinema che, a quasi un secolo di distanza, riflette su uno dei momenti storici più importanti di se stesso, ma, diversamente da Cantando sotto la pioggia, più che efficace ma ancora troppo poco distante, medita con una consapevolezza più matura, lasciando il sapore di un grande film ed il retrogusto di una elucubrazione sottile.
RARO perché… è un’acuta riflessione sul cinema, che però potrebbe non affascinare un vasto pubblico.
Note: uscito da noi in poche sale, il film ha subito raddoppiato gli schermi il weekend successivo, per arrivare a quadruplicarli a tre settimane dal debutto; caso molto particolare di CINEMARARO, The Artist ha fatto poi faville agli Oscar 2012, vincendo come miglior film, regista ed attore protagonista (Jean Dujardin); è tornato in sala il 2 marzo in 127 sale.

Voto: * * * *

Paolo Dallimonti