Scheda film
Regia: Andrea Segre
Soggetto: Andrea Segre
Sceneggiatura: Andrea Segre, Marco Pettenello
Fotografia: Luca Bigazzi
Montaggio: Sara Zavarise
Scenografie: Leonardo Scarpa
Costumi: Maria Rita Barbera
Italia/Francia,2011 – Drammatico – Durata: 63′
Cast: Zhao Tao, Rade Sherbedgia, Marco Paolini, Roberto Citran, Giuseppe Battiston
Uscita: 23 settembre 2011
Distribuzione: Parthenos
Sale: 24
Shun Li (Zhao Tao), lavoratrice cinese in un laboratorio tessile della periferia romana, viene trasferita all’improvviso come barista in quel di Chioggia per lavoro, per continuare a saldare una sorta di fantomatico debito che le consentirà di completare i documenti che le permettano di far venire in Italia il figlioletto di otto anni. Il bar in cui si trova a lavorare, gestito da connazionali, è popolato da una serie di singolari personaggi: Coppe (Marco Paolini), ad un passo dalla pensione, l’avvocato (Roberto Citran), dai modi rudi ma comprensivo, Devis (Giuseppe Battiston), tipico coatto da laguna che fa soldi non si sa bene come, e Bepi (Rade Sherbedgia), detto “il poeta”, un anziano uomo col quale Li intreccerà un delicato rapporto. Ma le due comunità, chioggiotta e cinese, forse non sono ancora pronte…
Segre, notissimo e stimato documentarista, già autore di Come un uomo sulla terra, Magari le cose cambiano e Il sangue verde, debutta nel lungometraggio di finzione mantenendo il suo interesse verso fenomeni come l’integrazione e l’intercultura. Anche l’occhio indagatore rimane intatto, conservando un certo distacco nei confronti della materia narrata, restando attentissimo alla lingua, tra il cinese ed il veneto, preservata attraverso un costante e salvifico ricorso ai sottotitoli, che permettono di osservare la progressiva integrazione della protagonista, nel passaggio dal proprio idioma al dialetto.
Segre inoltre riesce a conferire poesia anche all’acqua alta, fuori, quando mostra la laguna immersa, e poi nel bar, quando Bepi unisce Cina ed Italia, mettendo una candela nell’acqua che ha invaso il bar, per celebrare il poeta Qu Yuan come gli aveva insegnato Li. La sceneggiatura scritta insieme a Marco Pettenello, su un soggetto dello stesso regista, racconta una difficoltà di integrazione al cubo, pur in una regione che dell’immigrazione ha dovuto fare la sua forza, malgrado le spinte leghiste: alla ragazza cinese è impedito legarsi al vecchio Bepi, che a sua volta, ex jugoslavo e schivo – detto “poeta” anche per quello – non s’era mai inserito fino in fondo nel contesto sociale chioggiotto. E sarà solo Li, alla fine, l’unica in grado di esaudire il lascito dell’uomo che tanto aveva ammirato.
Un cast di attori eccezionali completa il film: dalla Zhao Tao interprete dei film di Jia Zhang-ke al terzetto di veneti DOC, fino all’eccezionale, eclettico e mai troppo apprezzato Sherbedgia, il cui dialetto veneto sporcato d’est assurge a pure poesia.
RARO perché… Segre è un nome noto, ma di nicchia e fa paura ai distributori.
Voto: * * *½
Paolo Dallimonti