Scheda film
Regia: Giorgia Cecere
Soggetto: Giorgia Cecere, Yan Li Xiang
Sceneggiatura: Giorgia Cecere, Yan Li Xiang, Pierpaolo Pirone
Fotografia: Gianni Troilo
Montaggio: Annalisa Forgione
Scenografie: Sabrina Balestra
Costumi: Sabrina Balestra, Akiko Kusayanagi
Musiche: Donatello Pisanello
Italia, 2010 – Drammatico – Durata: 90′
Cast: Isabella Ragonese, Francesco Chiarello, Alberto Boll, Miriana Protopapa, Rita Schirinzi, Bianca Maria Stea Lindholm, Vigea Bechis Boll
Uscita: 6 maggio 2011
Distribuzione: Teodora Film
Sale: 17
Maestra di vita
È il 1953 quando la giovane maestra Nena (Isabella Ragonese) deve lasciare la sua Sicilia alla volta del “nord”: la aspetta il suo primo incarico in una scuola elementare. Qui troverà una realtà ostile, tra pregiudizi ed ostinate abitudini, alle quali reagirà a suo modo, spesso imprevedibile ed incomprensibile: quello di una donna sola e forte, in un mondo che non comprende e non le appartiene. Soprattutto quando l’universo a lei precedentemente noto, quello di un amore che pare non realizzarsi, le crollerà sotto i piedi…
La regista Giorgia Cecere, cresciuta al Centro Sperimentale di Cinematografia sotto la guida di Gianni Amelio e, oltre che sui suoi set, su quelli di Edoardo Winspeare, per il quale è stata sceneggiatrice di Sangue vivo e de Il miracolo, racconta di aver girato una sorta di western dei sentimenti, scritto insieme a Li Xiang-Yang ed a Pierpaolo Pirone, con cui aveva già collaborato al secondo film di Winspeare. Ispirandosi alla storia del padre e della madre, attinge ad un tempo lontano, girando così in costume, per narrare una storia d’amore e di indipendenza, argomenti inconciliabili nei luoghi e nei tempi mostrati, così distanti dai nostri attuali.
Nena, delusa da un amore che scoprirà non essere corrisposto – ma già in partenza “difficile” per il divario sociale e per le sue idee “strane” di donna emancipata – si abbandonerà letteralmente al primo venuto, arrivando perfino a sposarlo in nome delle locali convenzioni.
Con un occhio a Truffaut e ad Olmi nonché ai ritmi della natura, la protagonista si immerge gradualmente in quell’ambiente ostile, identificandosi con esso, solidarizzando con i contadini come con i bambini cui è venuta ad insegnare e lasciandosi trasportare nel loro mondo. E se a volte i comportamenti di Nena appaiono ingiustificati e “fastidiosi”, l’attenta regia della Cecere, unita ad un’accurata ricerca visiva, ci aiuta ad accettarli o almeno a comprenderli, anche se è solo la formidabile interpretazione di Isabella Ragonese, qui al suo primo ruolo di protagonista pressoché assoluta, che ci permette di apprezzare questa eroina femminista ante-litteram e di comprenderne i tortuosi ma sinceri percorsi della sua mente e, soprattutto, del suo cuore.
RARO perché… quanto può interessare una storia proto-femminista?
Voto: * * *
Paolo Dallimonti