Scheda film

Regia: Stefano Martone e Mario Martone
Soggetto e Fotografia: Stefano Martone
Montaggio: Mario Martone
Suono: Davide Mastropaolo
Italia, 2013 – Documentario – Durata: 45′
Voce narrante: Paolo Cresta
Uscita nel paese d’origine: —

 H2O, H2O… a chi la do?

“…Io, ancorché multinazionale, darei l’intera Montedison per una lucciola” (Pier Paolo Pasolini, 1975)
Una donnina piccola piccola in immagini in bianco e nero parla davanti al parlamento cileno: “Come mi lasceranno questi signori che stanno costruendo la diga nel territoio di Ralco Lepoy?”. Questo è l’inizio, folgorante di Lucciole per lanterne di Stefano e Mario Martone da Napoli, già coautori del collettivo Napoli 24 e senza alcun apparente legame col regista di Noi credevamo. A rendere ancor più piccola la donna sono gli anni trascorsi sulla sua terra ed a farla molto più grande sono i suoi antenati, il glorioso popolo Mapuche.
Quella di Berta Quintremann, contadina a Nord della Patagonia nella regione dell’Alto Bio Bio, che si è duramente opposta negli anni novanta alla costruzione della grande diga Ralco, è una delle tre storie del documentario dei fratelli Martone. La donna è stata l’ultima a cedere i suoi campi in cambio di terreni più ampi, scoprendo poi che non contengono acqua sufficiente per coltivare. Ora è sola, ha perso tutto e la terra dove è nata è sommersa dalle acque del bacino idroelettrico.
La sua vicenda rappresenta il passato e si intreccia con quella di Marisol Pizarro che da quattro generazioni abita sulle rive del fiume Los Ñadis, in una valle che sarà inondata se verranno costruite le dighe in Patagonia. Coltiva i campi, alleva gli animali, partecipa allo sviluppo di un turismo responsabile ospitando i viaggiatori in riva al fiume, sotto un enorme araucaria, albero simbolo del paese. E vive nell’angoscia di dover abbandonare la terra dove è nata e cresciuta e la sua stessa identità.
Infine Claudia Torres conduce su Radio Santa Maria la rubrica di approfondimento “La revista” e vive a Coyhaique, il capoluogo della Patagonia cilena. Lei incarna l’opposizione alle dighe e la lotta per la difesa di un ecosistema in pericolo. È suo compito trasmettere le informazioni sull’evoluzione del megaprogetto idroelettrico, affrontare i temi più urgenti per la popolazione, raccontare ciò che è avvenuto in passato in altri luoghi del paese e mostrare le analogie con ciò che sta per accadere in Patagonia.
Le storie delle tre donne, che scandiscono rispettivamente passato, futuro e presente del rapporto di una nazione come il Cile con le sue risorse idriche, sono la cartina tornasole degli eventi storici del paese: nel 1981 Pinochet vara il Codigo de Aguas e consente la quasi totale privatizzazione dell’acqua del paese. Nei trent’anni successivi i diritti per lo sfruttamento dell’acqua vengono ceduti a grandi imprese e multinazionali interessate a produrre energia idroelettrica. Negli anni ’90 si realizzano le prime grandi dighe nell’Alto Bio Bio, scatenando le proteste dei Pehuenche, la popolazione indigena della regione. Scatta la repressione e centinaia di famiglie sono costrette a lasciare le proprie case e ad assistere all’inondazione dei propri campi. Dal 2008 ecco l’immancabile Enel nostrana divenire proprietaria del 96% dell’acqua della Patagonia; consorziata con la potente famiglia cilena dei Matte, decide di portare avanti il progetto HidroAysén, ossia la costruzione di cinque dighe sui fiumi Baker e Pascua, nel sud del Cile. Il 9 maggio 2011 il progetto HidroAysén viene approvato.
Stefano e Mario Martone affrontano una tematica attualissima e drammatica come quella della gestione dell’acqua nei paesi del terzo mondo e, pur nella stringatezza del mediometraggio, si schierano significativamente dalla parte dei più deboli, concentrando la loro attenzione sui diretti protagonisti, per giunta donne. In una sorta di crocevia, tra eterni ritorni, la dimensione temporale appare quasi sospesa, con un’aura poetica già presente nell’ironico titolo. Una storia agghiacciante che dovrebbe essere vista da tutti.
RARISSIMO perché… a chi interessa dell’acqua (del Sudamerica)?
Note: passato al RIFF 2014, il film NON è MAI uscito in sala in Italia.

Voto: 7

Paolo Dallimonti