Scheda film

Regia e Sceneggiatura: Olivier Assayas
Fotografia: Yorick Le Saux
Montaggio: Marion Monnier
Scenografie: François-Renaud Labarthe
Costumi: Jurgen Doering
Suono: Daniel Sobrino
Francia/Svizzera/Germania, 2014 – Drammatico – Durata: 124′
Cast: Juliette Binoche, Kristen Stewart, Chloë Grace Moretz, Lars Eidinger, Johnny Flynn, Angela Winkler, Hanns Zischler
Uscita: 6 novembre 2014
Distribuzione: Good Films

Sils Maria è un film molto amato dall’ente turismo Svizzero, per le meravigliose location d’oltralpe, posti bellissimi. Il nome deriva da una famosa località dell’Engadina, magnifica regione della Svizzera che confina con l’Italia a sud e che ha vallate di lingua italiana e ladina.
Passato un po’ in sordina a Cannes, forse ingiustamente, l’ultimo film di Oliver Assayas è un fantastico trattato sul teatro, la vita e la montagna e non si comprende mai veramente dove finisce uno e inizia l’altro, per tutta la durata del film.
A Maria Enders viene offerto di recitare in un remake dell’opera che l’aveva resa famosa vent’anni prima. Allora interpretava il ruolo di Sigrid, un’affascinante ragazza che spinge al suicidio il suo capo, Helena. Ma oggi le viene chiesto di interpretare il ruolo della protagonista matura, Helena. Maria parte quindi con la sua assistente Valentine per andare a Sils Maria, un paesino dell’Engadina, in Svizzera, dove aveva vissuto gli ultimi anni di vita l’autore delle pièce, morto da poco. Una giovane star, Jo-Ann Ellis, avrà la parte di Sigrid, e così Maria si ritroverà dall’altra parte, faccia a faccia, con una donna ambigua, come forse era lei da giovane: un’inquietante e affascinante visione dentro se stessa, in una totale confusione tra vita reale e teatro.
Assayas è stato molto colpito dalle immagini che nel 1924 Arnold Fanck girò in quelle zone. In particolare dal documentario Das Wolkenphänomen von Maloja, dove appare il fenomeno noto col nome di “serpente di Maloggia”, una sorta di nebbia strisciante che si insinua nella valle.
Un film assolutamente sorprendente che riporta Assayas su livelli eccelsi che sembravano per lui ormai lontani. Un film teatrale ma per una volta non schematico e antiemotivo, pieno invece di vitalità in un circolo continuo di intersezioni tra vita reale e vita sul palcoscenico.
Un meccanismo perfetto che avvolge lo spettatore dall’inizio alla fine.

Voto: 8

Vito Casale