Scheda film
Regia: Stefano Mordini
Soggetto: dal romanzo di Silvia Avallone
Sceneggiatura: Giulia Calenda, Stefano Mordini, Silvia Avallone
Fotografia: Marco Onorato
Montaggio: Marco Spoletini
Scenografie: Luciano Ricceri
Costumi: Ursula Patzak
Musiche: Andrea Mariano
Italia, 2012 – Drammatico – Durata: 95′
Cast: Vittoria Puccini, Michele Riondino, Luca Guastini, Matilde Giannini, Francesco Turbanti, Anna Bellezza, Monica Brachini
Uscita: 15 novembre 2012
Distribuzione: Bolero
Tempi contemporanei
“Lega di ferro e di carbonio dalle vastissime applicazioni tecniche, grazie alle versatili caratteristiche meccaniche”, questo è l’acciaio, forgiato in una fabbrica a Piombino, in provincia di Livorno, intorno alla quale ruotano uomini e donne. Alessio (Michele Riondino), giovane operaio che ritiene più dignitoso il lavoro in fabbrica che qualsiasi altro ripiego, poiché a fine giornata ti fa sentire stanco, ma pulito; Anna (Matilde Giannini), sua sorella, adolescente in erba, divisa tra l’amicizia platonicamente amorosa con la ribelle ed inquieta Francesca (Anna Bellezza) e l’attrazione “adulta” per Mattia (Francesco Turbanti), un amico del fratello, molto più grande di lei; Elena (Vittoria Puccini), amore perduto ed indimenticato di Alessio, la figlia del dottore andata a studiare fuori dal paese, ma tornata in fabbrica per un posto nelle alte sfere della dirigenza. I loro genitori, tra frustrazioni e rimpianti, spesso non all’altezza dei propri ruoli. Tutti ingranaggi, non sempre oliati a dovere o indispensabili, dell’immensa ed infaticabile industria della vita.
Stefano Mordini, dopo il non memorabile esordio nel lungometraggio con Provincia Meccanica del 2005, torna con quello che, almeno contando il titolo precedente, sembra un quasi sequel: la provincia c’è ed è quella di Livorno e pure la meccanica, dal momento che la storia è ambientata dentro ed intorno ad un’acciaieria.
Quello che manca al suo nuovo film è, malgrado il sostegno del romanzo omonimo di Silvia Avallone, una storia da raccontare, un’unità d’insieme e, soprattutto, una rotta in cui procedere. I microcosmi frammentari e frammentati in altri elementi narrativi si sviluppano come impazziti in differenti direzioni, senza un filo che li unisca, che non sia quello annunciato, evidente, metaforico e fin troppo facile della fabbrica. Così nelle sue contraddizioni Acciaio perde significato, non essendo un acido teen-movie, né un film sugli operai, né uno sulla provincia, né una storia di amori, né un’opera di denuncia. O forse vuole essere un po’ di tutto ciò, ma senza approfondire alcuno dei temi, risultando in un polpettone alquanto indigesto che, quando culmina in tragedia, tocca il suo punto più basso, vicino al vuoto assoluto ed all’insensato spinto. I bravi interpreti, comprese le due fresche esordienti Bellezza e Giannini, forti del loro graffiante accento toscano, vanificano così le loro performance, sprecate in una pellicola senza capo né coda.
Voto: * *½
Paolo Dallimonti
Alcuni materiali del film:
Featurette con Michele RIONDINO, Anna BELLEZZA, Matilde GIANNINI
Featurette con Stefano MORDINI e Silvia AVALLONE