Scheda film
Regia: Mike McCoy, Scott Waugh
Soggetto e Sceneggiatura: Kurt Johnstad
Fotografia: Shane Hurlbut
Montaggio: Siobhan Prior, Michael Tronick, Scott Waugh
Scenografie: John Zachary
Costumi: Erica Clum
Musiche: Nathan Furst
USA, 2012 – Azione/Guerra – Durata: 110′
Cast: Alex Veadov, Roselyn Sanchez, Nestor Serrano, Alexander Asefa, Jeffrey Barnachea, Kenny Calderon, Raul Canizales II
Uscita: 4 aprile 2012
Distribuzione: M2 Pictures
Bollettino dei Navy ganzi
Un gruppo di Navy Seals, le forze speciali della Marina Militare Statunitense, ci viene presentato, anche nei dettagli delle loro vite private – tanto per preparare meglio la prevedibile tragedia finale (uno di loro sta per diventare padre… sarà forse lui a lasciarci le penne?) – e poi spedito nella missione di salvataggio di un’agente della CIA (Roselyn Sanchez), rapita da un narcotrafficante che l’ha scoperta e la sta torturando. Il ritrovamento della donna insieme al suo smartphone pieno zeppo di informazioni aprirà un’ulteriore pista verso altre missioni tese a fermare un terrorista islamico, d’accordo col mercante di droga, deciso a seminare terrore negli USA.
Sarà che le serie TV americane ci hanno drogato ed abituato a ritmi d’azione forsennati e budget elevati e che di marines in azione sui nostri piccoli schermi ne abbiamo visti in tutte le salse, azzerando i confini tra cinema e televisione, anche in termini di limiti voyeuristici, ma questo Act of valor, co-diretto dagli esordienti Mike McCoy e Scott Waugh, entrambi con un passato di stuntmen, non si discosta minimamente dal prodotto seriale, sembrando un lungo pilot e tendendo anzi a mischiarsi col videogame. Infatti i reiterati tentativi di coinvolgere a tutti i costi lo spettatore (che spesso avrà la sensazione di essere realmente in mezzo ai soldati) non fanno che trasformare le sequenze in quelle di un qualsiasi gioco sparatutto. Non basta perciò la regia accuratissima del duo, coadiuvata dai numerosi giocattoli tecnologici dei Navy Seals – autentici militari si sono prestati alle riprese per accentuare la veridicità di quanto mostrato – ed attentissima a mantenere elevata la tensione, in un dispendio di inquadrature virtuosistiche e di esasperati ralenti, alla buona riuscita di un film che finisce solo per risultare un atroce spot dell’esercito nazionale, soprattutto in tempi in cui la pace sarebbe ben più auspicabile ed in cui sapere che questi nerboruti ragazzoni sono lì a proteggere il mondo non rassicura affatto, ma fa addirittura correre un angosciante brivido lungo la schiena. Anche perché i personaggi vivono della più banale bidimensionalità, senza un briciolo di originalità, siano essi buoni o cattivi, e si muovono attraverso vicende fin troppo prevedibili. E se i soldati, malgrado compiano autentici massacri di criminali diventati tali per necessità – la maggior parte sono messicani e filippini senza molta possibilità di scelta – sono così buoni che manca loro solo l’aureola, i cattivi sono i soliti babau da operetta in cui non crede più neanche la famiglia Bush.
Voto: * *
Paolo Dallimonti