Scheda film
Titolo originale: OSS 117: Rio ne répond plus
Regia: Michel Hazanavicius
Soggetto: basato sui personaggi di Jean Bruce
Sceneggiatura: Jean-François Halin e Michel Hazanavicius
Fotografia: Guillaume Schiffman
Montaggio: Reynald Bertrand
Scenografie: Maamar Ech-Cheikh
Costumi: Charlotte David
Musiche: Ludovic Bource
Suono: Didier Saïn
Francia, 2009 – Commedia/Spionaggio – Durata: 101′
Cast: Jean Dujardin, Louise Monot, Alex Lutz, Rudiger Vogler, Ken Samuels, Rhem Kerici, Pierre Bellemare
Uscita in sala: 29 luglio 2021
Distribuzione: I Wonder Pictures

OSS… Fidanken!

È il 1967 e Hubert Bonisseur de la Bath, nome in codice Agente Speciale 117 (Jean Dujardin), dopo la missione brillantemente portata a termine all’ombra delle piramidi, si trova impegnato in un nuovo incarico che lo porta a Rio De Janeiro. Dovrà rintracciare un ex ufficiale nazista sfuggito alla cattura alla fine della seconda guerra mondiale. Insieme ad un’agguerrita agente del Mossad vagherà dalle spiagge di Rio fino alla foresta amazzonica. Riusciranno a portare a termine il loro incarico?

In attesa dell’uscita prevista per l’autunno del terzo capitolo, stavolta diretto da Nicolas Bedos, ecco arrivare nelle nostre sale per I Wonder Pictures, con dodici anni di ritardo, la seconda puntata delle avventure dell’agente francese, nato dalla penna di Jean Bruce ben prima del più blasonato James Bond e già protagonista di pellicole prima di quelle interpretate da Sean Connery.

Se nei romanzi e nei film girati tra gli anni cinquanta e settanta il protagonista era più che serio, qua, come nel primo episodio, siamo di fronte ad una raffinatissima parodia, ancora una volta diretta da Michel Hazanavicius.

Qual è il punto? Prima del 2012, anno di The artist, l’attore e il regista francese almeno in Italia erano due perfetti sconosciuti, ma riscuotevano già in patria con questi ed altri film non poco successo.

Forse per il troppo tempo trascorso, per un film che già era fuori (dal) tempo, questo Agente Speciale 117: Al servizio della Repubblica – Missione Rio appare però come qualcosa ancora meno di un intellettualistico divertissement. Non siamo dalle parti né di quel James Bond 007 – Casino Royale di autori vari che fecero a gara a disconoscerlo – pur risultando un pastiche molto divertente – e neanche da quelle di Austin Powers o di Jonny English, ma siamo più vicini a James Tont, per il quale non intendiamo neanche Lando Buzzanca negli omonimi film parodistici, ma proprio il demente personaggio del comico nostrano Fabrizio Fontana.

Come dire: il secondo capitolo delle avventure di OSS 117, pur ambientato in un mondo sull’orlo del cambiamento ed in una località terribilmente esotica, appare ancora più modesto del primo che già non brillava particolarmente. Hazanavicius, insieme a Dujardin, deve essersi divertito molto a scomporre lo schermo in infiniti split-screen che il digitale ha ormai messo alla portata di tutti e a citare a destra e a manca, dai “Il mercante di Venezia” di Shakespeare nel discorso di Von Zimmel  fino ai wrestler messicani virando in maniera sfrenata verso il pop.

Se nel primo film l’obiettivo delle “battutacce proibite” di Hubert Bonisseur de la Bath erano gli arabi (e nel prossimo saranno i neri), qui è il turno degli ebrei, di riflesso sui nazisti. Ma rimane tutto lì, senza arrivare troppo allo spettatore: le battute sono troppo demenziali e davvero rimaste datate all’anno dell’ambientazione per far anche solo sorridere oggi. Suonano non cattive, bensì stucchevoli. E il lavoro di bravi attori, come lo stesso Jean Dujardin (comunque irresistibile), un redivivo Rüdiger Vogler e molti altri, si disperdono sullo schermo.

Buone, anzi buonissime le intenzioni, ma dopo dodici anni la delusione è alquanto cocente!

Voto: 6 

Paolo Dallimonti