Scheda film
Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Nate Parker
Fotografia: Key Madsen
Montaggio: Matther Feinman
Scenografie: Geoffrey Kirkland
Costumi: Tiffany White Stanton
Musiche: Henry Jackman
Suono: Kelly Lewis
USA, 2019 – Drammatico – Durata: 89′
Cast:Omari Hardwick, Theo Rossi, Beau Knapp, Allius Barnes, Hunter Bodine, Wolfgang Bodison, Nate Parker
Uscita nel  paese d’origine: 2020

Il giustiziere color notte

Torna l’eroe della retorica all-black, l’autore del pesantissimo Birth of a nation che avemmo il (dis)piacere di vedere alla Festa di Roma del 2016. Qui con la produzione di Spike Lee, che con gli anni si è in parte affrancato da una retorica di tal fatta, pur mantenendo intatta la grinta, Nate Parker dirige, scrive ed interpreta la storia di Lincoln “Linc” Jefferson (non a caso i cognomi di due presidenti statunitensi), veterano “coloured” dei marines in Iraq che, mentre sta cercando di costruire un rapporto col suo figlioletto in seguito al divorzio dalla moglie, lo vede morire per mano di un agente di polizia, bianco, Mike Randall (Beau Knapp). Quando il poliziotto viene scagionato per insufficienza di prove, egli decide risolvere la questione a modo suo sequestrando l’uomo e sottoponendolo ad un improvvisato processo sommario.

Il film di Parler gronda inevitabilmente retorica da tutte le parti, ma, pur in una confezione abbastanza grossolana e muscolare, mantiene la sua efficacia. La tensione è altissima ed è mantenuta tale in ogni momento, dando giusta luce ad una tematica urgente e degna di attenzione, quella che ha toccato la sensibilità di Spike Lee, inducendolo a produrre la pellicola.

Alla Festa di Roma del 2018, da Green book di peter Farrelly a The hate U give di Goerge Tillman jr., da If Beale street could talk di Jenkins, a Monsters and men di Reinaldo Marcus Greer erano almeno quattro i film che trattavano la’argomento razzismo, senza contare l’ottimo BlackkKlansman del buon Spike, uscito poco prima.

L’accento va a finire, giustamente, come in qualcuna delle pellicole appena citate, sulla presunzione di colpevolezza della gente di colore da parte dei poliziotti bianchi in base a pochi, spesso insignificanti dettagli ed in determinate situazioni. In sostanza: se un WASP mette una mano in tasca sta verosimilmente cercando il portafoglio o le chiavi di casa, ma se un nero mette la propria mano nella propria tasca sta probabilmente per estrarre una pistola. Ed io, poliziotto bianco, devo prevenire e difendermi. O, come accade in American skin, se un uomo di colore guida a tutta velocità in un quartiere residenziale per bianchi, pur insieme a suo figlio, è fortemente sospetto. Con le inevitabili conseguenze del caso.

In malo modo, purché se ne parli, verrebbe da dire, anche se qui il pathos ed il dramma riescono a dare freschezza ad un racconto che conquista via via lo spettatore. E anche se nel finale, che non riveleremo, Parker si lascia andare ad una scelta tutto sommato inevitabile, ma non scevra da quell’enfasi a lui tanto cara, la pellicola regge senza cadute di ritmo. Se possibile, meriterebbe almeno una visione.

RARISSIMO perché… tratta una tematica forse ormai troppo frequentata, anche se non è mai abbastanza…

Note: il film è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia in prima mondiale ed è attesa una distribuzione in Italia per il 30 aprile 2020 da parte di Eagle Pictures.

Voto: 6

Paolo Dallimonti