Scheda film
Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Enrico Cerasuolo
Fotografia: Ned Burgess, Nina Bernfeld, Paolo Rapalino
Montaggio: Ruben Korenfeld
Musiche: Gregorio Caporale
Italia/Francia, 2011 – Documentario – Durata: 118′
Uscita: 27 febbraio 2012
Distribuzione: autodistribuzione
Sale: 1
Centocinquanta e non li dimostra!
Il pretesto sono i centocinquanta anni dall’unità d’Italia, per celebrare i quali il canale Arte France ha chiesto al regista Enrico Cerasuolo di mettere insieme un filmato da trasmettere in una serata dedicata a questo importante anniversario per il nostro paese. Lo spunto è l’interessante e spettacolare mostra multimediale “Fare gli Italiani”, inaugurata nel marzo 2011 a Torino presso le enormi Officine Grandi Riparazioni e curata da Walter Berberis e Giovanni De Luna, due tra le testimonianze più preziose di questo documentario.
L’inizio della “celebrazione” non gode dei migliori auspici, partendo sotto le note di “Io non mi sento italiano” di Giorgio Gaber, elogio ma allo stesso tempo critica del nostro “bel paese”. Il viaggio comincia con l’Italia risorgimentale di Verdi e Mazzini, quella appena unita, quella di Garibaldi e di Collodi e del suo “Pinocchio”, i quali, ultimi avrebbero fatto più del primo per saldare il neonato paese. Basta poco per arrivare alla prima guerra mondiale, nota per le trincee e le leggende, come quella della staffetta Enrico Caruso, ed all’ascesa di Mussolini, che diede fugace lustro alla nazione, illudendola fino a tradirla e trascinarla nell’inevitabile seconda guerra mondiale. Un triangolo di nazisti, partigiani ed alleati, ben fotografati dalla Roma città aperta di Rossellini che culmina nell’esibizione dei corpi in piazzale Loreto a Milano, in cui il potere deve essere materialmente rovesciato, in maniera fin troppo esibita. Il paese rinasce, il popolo vuole la Repubblica, è il momento del Neorealismo, di quei “panni sporchi” che andrebbero “lavati in casa”, si scrive la costituzione, che continua ancora oggi malgrado tutto ad illuminarci ed arriva anche la TV, che, in fatto di unità degli italiani, sembra superare sia Garibaldi che Collodi. Quindi ecco lo sviluppo industriale degli anni sessanta e con esso il boom economico, ma appena un decennio dopo arrivano le bombe e gli attentati dei movimenti extraparlamentari e, sovrapposti ad essi, i delitti di mafia che, quasi ad imitazione, insanguinano il paese. Che ha bisogno di un altro uomo forte, richiesta incarnata da Bettino Craxi, che porterà alla tomba la Prima Repubblica, il cui funerale si celebra insieme a quelli dei due magistrati che più hanno cercato di combattere la criminalità organizzata, Falcone e Borsellino. Ecco nascere così su queste ceneri la Seconda Repubblica, la quale, come ostetriche d’eccezione ha la Lega Nord ed il debuttante della politica Silvio Berlusconi che, incarnando il solito desiderio dei suoi connazionali, colma un vuoto e scende in politica. Il resto è cronaca quotidiana, ahinoi lo sappiamo…
La voce fuori campo dell’affascinante documentario guida il racconto di questo secolo e mezzo, ostinandosi a parlare in prima persona plurale, parlando così di “noi” fascisti, donne, comunisti, anticomunisti e via così. Ed è un “noi” che fa gelare il sangue, pensando alle miriadi di spinte separatiste e rivoluzionarie, mafiose ed egoiste, che ci hanno lacerato in tutti questi anni, pur lasciandoci uniti.
E se la celebrazione dei centocinquant’anni da parte dello Stato, governato in quel momento dal centro-destra, puzza di retorica, il lungo excursus di Enrico Cerasuolo è realmente sincero e, tra le testimonianze di storici e scrittori e le numerosissime immagini d’archivio, restituisce un ritratto sincero dell’Italia, uno dei paesi più contraddittori del mondo, affidandosi come tema portante alla storia della cultura popolare, tra opera, musica, teatro, cinema e TV. Ed anche noi, come il Signor G. che nello spiazzante inizio cantava di non sentirsi italiano, alla fine possiamo affermare che “per fortuna o purtroppo” comunque lo siamo.
Quasi una extended version di Ma che storia… di Pannone e quasi un prequel di Italy: Love it, or leave it di Hofer e Ragazzi.
Raro perché… ma quante Storie!!!
Note: inserito all’interno della rassegna documentaria Contest, il film viene proiettato il 27 ed il 28 febbraio 2012 presso il Nuovo Cinema Aquila di Roma.
Voto: * * *½
Paolo Dallimonti