Scheda film
Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Alfdan Ullmann Tøndel
Fotografia: Pål Ulvik Rokseth
Montaggio: Robert Krantz
Scenografie: Mirjam Veske
Costumi: Alva Brosten
Musiche: Ella van der Woude
Suono: Mats Lid Støten
Nazione, Anno – Genere – Durata: 1170
Cast:
Renate Reinsve, Ellen Dorrit Petersen, Endre Hellestveit, Thea Lambrechts Vaulen, Øystein Røger, Vera Veljovic-Jovanovic, Assad Siddique
Uscita in sala: 1° gennaio 2025
Distribuzione: Movies Inspired
Il fascino discreto dell’ipocrisia
Pochi giorni prima delle vacanze scolastiche, succede qualcosa tra due bambini di sei anni, Armand e Jon. I genitori vengono convocati per un incontro, ma la direzione della scuola non sa dire cosa sia realmente accaduto. Era solo un gioco da bambini o qualcosa di più serio? Le versioni dei due compagni non coincidono, le opinioni si contrappongono e le certezze degli adulti vacillano. L’incidente tra i due ragazzi innesca una serie di eventi, costringendo i genitori e il personale scolastico a un’avvincente battaglia dove nascono follia, desiderio e ossessione.
Tutto girato all’interno della scuola, teatro degli eventi scatenanti, il film, scritto e diretto dal regista svedese Alfdan Ullmann Tøndel, qui al debutto nel lungometraggio, ci ricorda quanto noi adulti siamo così fragili, forse ancor più dei figli che dovremmo crescere e proteggere. I preconcetti, lo “storytelling” e le illazioni che ci costruiamo per procedere ogni giorno lungo i nostri cammini, rischiano però di portarci alla deriva.
Lo stile del regista sconfina anche nel visionario, come nel pre-finale, amplificando via via la tensione, disperdendo gli indizi, vanificando sempre di più l’indagine, spostando l’attenzione verso la bolla delle voci, nonostante l’eccessiva durata della pellicola. Un pretesto, in fondo, per parlare di noi adulti.
Ha affermato il regista:”La maggior parte delle scene del film riguardano situazioni in cui i limiti sono sfumati e le zone grigie dominanti: verità o menzogna? Vittima o aggressore? Colpevole o innocente? Gioco o violenza? Il confine tra il bene e il male non è mai stato così incerto”.
Molte le influenze dichiarate: da Buñuel (a Il fascino discreto della borghesia e L’angelo sterminatore) a Pina Bausch (nel finale), passando per il pittore David Hockney; più una serie di riferimenti a Suspiria di Luca Guadagnino, a Qualcuno volò sul nido del cuculo di Milos Forman, a La doppia vita di Veronica di Krzysztof Kieślowski, a Cuore selvaggio di David Lynch, a All That Jazz – Lo spettacolo comincia di Bob Fosse, a Holiday di IsabellaEklöf, a Festen – Festa in famiglia di Thomas Vinterberg, a Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson e, non ultimi, ad Angst di Gerard Kargl e Il giardino delle vergini suicide di Sofia Coppola.
Un’opera unica nel suo genere, vincitrice della Camera d’Or al Festival di Cannes 2024, un esempio di una cinematografia, come quella scandinava, mai troppo esplorata.
Voto: 7
Paolo Dallimonti