Scheda film
Titolo originale: Babardeala cu bucluc sau porno balamuc
Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Radu Jude
Fotografia: Marius Panduru
Montaggio: Catalin Cristutiu
Scenografie: Cristian Niculescu
Costumi: Ciresica Cuciuc
Musiche: Jura Ferina e Pavao Miholjevic
Suono: Hrvoje Radnic
Romania/Croazia/Repubblica Ceca/Lussemburgo, 2021 – Satirico/Grottesco – Durata: 106′
Cast: Katia Pascariu, Claudia Ieremia, Olimpia Malai, Nicodim Ungureanu, Alexandru Potocean, Andi Vasluianu, Oana Maria Zaharia
Uscita: 16 aprile 2021
Distribuzione: Lucky Red

L’insegnante sballa con tutta la classe

L’insegnante Emilia Cilibiu (Katia Pascariu) nel pieno della pandemia da Covid-19 viene convocata presso la scuola dove lavora per una riunione con i genitori in seguito ad un video privato a contenuto pornografico girato innocentemente insieme al suo compagno che pare sia diventato virale. Seguirà un duro quanto surreale processo…

Questa, in estrema sintesi è la trama di Bad luck banging or loony porn (che tradotto in italiano suonerà come “Sesso sfortunato o follie porno”) di Radu Jude, vincitore dell’Orso d’Oro alla prima edizione online del Festival di Berlino, quella del 2021.

L’inizio del film è smaccatamente pornografico: si tratta del video incriminato che viene mostrato a noi spettatori affinché possiamo avere anche noi elementi per giudicare. Da qui inizia la prima parte del film in cui la protagonista gira per una Bucarest pigra e distratta in cui intorno a lei accade di tutto. Poi è il turno della parte più folle della pellicola, il suo vero fulcro, in cui vengono mostrate immagini di repertorio commentate ironicamente e grottescamente anche da citazioni di noti scrittori. Infine tocca all’agghiacciante quanto assurdo processo che si schiuderà in tre possibili finali: uno positivo, un’altro negativo, l’ultimo – una variazione del secondo – decisamente di rottura (il migliore) .

Se nel prologo ci viene dato uno strumento che non tutti i giudici del processo a venire avranno effettivamente a loro disposizione – alcuni lo vedranno in lontananza, altri si baseranno sul “telefono senza fili” – nel  primo capitolo si inizia a costruire la vicenda, ma sarà solo nel secondo che Jude comincerà a mettere a fuoco il suo obiettivo: farci riflettere su cosa sia realmente violento, volgare o “pornografico” e su cosa nelle nostre società occidentali possa essere realmente considerato “normale”. Immagini di violenza, alle quali siamo ormai assuefatti, che ci stupiscono meno di una scena di sesso orale, ironiche quanto vere considerazioni sul cinema, sulla chiesa, sulle rivoluzioni (francese e romena) di cui restano solo “etichette” e via così. Poi è il turno del processo, dove esplode tutta quella volgarità della società rumena (presa qui solo come esempio di tutte le altre della nostra Europa, che non stanno messe meglio), in cui la colpa sembra essere addossata tutta alla professoressa, che non ha fatto altro che del sesso col proprio compagno, mentre sembra normale che i ragazzini, i suoi alunni, vadano su siti come quelli dove il video è stato caricato.

I tre finali, che si aprono quasi a matrioska, possono essere considerati positivi o negativi a seconda dell’esito della votazione nei confronti della povera docente, ma è obiettivamente difficile giudicare quale possa essere considerato il più ottimista o pessimista. Fatto sta che nell’ultimo deflagri tutta quella libertà anarchica del regista e anche della sua protagonista che, assurta a ruolo di vera e propria (super)eroina, non può far altro che una giustizia sommaria e… sessuale.

Vera e propria sorpresa, in assoluto, il film di Jude è una vera boccata d’aria nel cinema europeo ed è anche di enorme attualità: si svolge infatti in piena pandemia, dove tutti i personaggi indossano delle mascherine, che hanno un ché di meta-cinematografico, e sono un po’ sopra le righe, com’è anche inevitabile che sia.

Sarà un caso, ma ogni volta che viene sdoganato del porno, affiancato pure ad immagini documentarie – non è poi forse il cinema porno una forma estrema di arte documentaria?! – vengono sempre in mente le opere del messicano Carlos Reygadas. Il pensiero va anche, nella parte centrale, a Roy Andersson, per le argute digressioni. Rude Jude però va ancora oltre, costruendo una pellicola totale, che fa satira e critica su passato, presente e incerto futuro del proprio paese e non solo e che, a caldo, meriterebbe la votazione massima.

Il sesso diventa significato e significante: poco più di uno specchietto per le allodole atto a richiamare l’attenzione dello spettatore, ma anche oggetto di riflessione sulle tematiche della volgarità. Nonostante tutto, ma forse proprio per quello, da mostrare nelle scuole. Deflagrante!

Note: il film esce il 16 aprile 2021 solo su MioCinema e il 29 aprile in sala.

Voto: 8

VC PD