Scheda film
Titolo originale: The great alaskan race
Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Brian Presley
Fotografia: Mark David
Montaggio: Mark David, Gabriel Ordonez e Brian Presley
Scenografie: Jena Serbu
Costumi: Rebecca Bertot
Musiche: John Koutselinis
Suono: Ryan Richardson
USA, 2019 – Storico/Avventura – Durata: 87′
Cast: Brian Presley, Treat Williams, Brad Leland, Henry Thomas, Bruce Davison, Will Wallace, Brea Bee
Uscita in sala: 3 settembre 2020
Distribuzione: Notorious Pictures

L’uomo delle nevi

Leonhard Seppala (Brian Presley) è un pescatore norvegese che si trasferisce a Nome, in Alaska, per lavorare nelle miniere d’oro. Ben presto diviene un eccellente musher, un conducente di una muta di cani da slitta, e sposa Kiana (Talliah Agdeppa), da cui ha una figlia, Sigrid. Sua moglie muore però dopo il parto, lasciandolo da solo con la piccola. Quando la storica epidemia di difterite colpisce la città nel 1925, nel bel mezzo di una bufera di neve, con l’ospedale sprovvisto delle medicine necessarie per curare gli ammalati, Seppala ed altri musher coraggiosi si offrono volontari per affrontare la tempesta, con i loro cani riescono a raggiungere Nenana, dove è custodito il potente siero. La staffetta verrà battezzata “corsa del siero” e tutti i protagonisti di quella storia, uomini e animali, entreranno nella leggenda…

La celeberrima vicenda fu già portata sul grande schermo sotto forma di film d’animazione già nel 1995 con Balto diretto da Simon Wells e prodotto da Steven Spielberg. Grande cast di voci e, soprattutto, risultati nettamente superiori sia da un punto di vista artistico e dell’intrattenimento. Brian Presley, attore qui al debutto nella regia, cercava di realizzare questo film già da dieci anni, ma a Hollywood non riusciva a trovare nessuno che scommettesse sulla sua idea, anche se in cuor suo sapeva che era una storia che doveva essere raccontata.

Ogni altro film o libro sulla “Great Serum Run of Nome” tendeva a raffigurare Balto e Gunnar Kassan quali unici eroi, come appunto il celebre cartone animato. Facendo delle ricerche Presley ha scoperto invece che un cane da slitta di nome Togo e il suo proprietario Leonhard Seppala avevano in in realtà macinato più chilometri di tutti ed erano i veri salvatori della popolazione di Nome. Ha quindi pensato di scrivere il copione usando proprio il punto di vista di Seppala: ha iniziato a fare ricerche sull’argomento ed è andato in Alaska dove ha trascorso 8 giorni a -25°C, partecipando a una spedizione di slitte trainate da cani lungo il Mare di Bering. In questo modo ha potuto comprendere appieno la forza e il coraggio necessari per vivere in condizioni tanto difficili.

Purtroppo nei risultati la pellicola, girata a Silverton in Colorado appare davvero ben poca cosa: continui ralenti delle slitte nella nebbia e personaggi monodimensionali – pur se interpretati da grandi attori – ne fanno un prodotto più televisivo che cinemtografico. E anche se il messaggio finale vuole comunicarci come “dal vero altruismo e dalla fede, specialmente nelle condizioni più avverse, possa nascere la versione più potente dell’amore”, tutto questo non vale il prezzo di un biglietto staccato al cinema. Amicizia, fedeltà, dedizione e tenacia non fanno da soli un film degno di questo nome.

Voto: 5

Paolo Dallimonti