Titolo originale: Les Poupées russes
Regia: Cédric Klapisch
Sceneggiatura: Cédric Klapisch Scenografia: Marie Cheminal
Fotografia: Dominique Colin Costumi: Anne Scotte
Musiche: Laurent Levesque ,Loïc Dury
Montaggio: Francine Sandberg
Anno: 2005 Nazione: Francia
Distribuzione: BIM Durata: 123′
Data uscita in Italia: 28 ottobre 2005
Genere: commedia Xavier Romain Duris
William Kevin Bishop-Wendy Kelly Reilly
Martine Audrey Tautou-Isabelle Cécile De France
Per chi avesse già visto “L’appartamento Spagnolo”, è doveroso gustare questo sequel. I protagonisti della fortunata commedia di Cedric Klapisch (Ognuno cerca il suo gatto; Autoreverse) specializzato in storie giovanili e da “banlieu” parigina, trovano qui un nuovo capitolo della loro esistenza. Il post-laureato Xavier è a disagio fra la sicurezza di un lavoro in ufficio e gli squilibri sentimentali, quindi cerca, come tutti, nuove soluzioni lavorative e amorose.
I protagonisti della precedente commedia erano giovani studenti, e la loro storia faceva leva su quel modo di aggregarsi, di divertirsi, sui dubbi e le perplessità dei coetanei universitari, alle prese con sentimenti, esperienze Erasmus all’estero, cultura europea e mediterranea. “Bambole Russe” risulta ancora più vivace e meno verosimile alla realtà dei loro(nostri) coevi con una comune formazione, pur nella diversità dei caratteri e delle attitudini; i nostri giovani vivono di viaggi e opportunità, seppur conquistati con relativa fatica, ma in generale la precarietà diffusa, lavorativa e non, rende “meno esaltante” il percorso post-laurea di tutti i giovani, e in Italia in modo particolare. Tuttavia va bene così, un film deve essere uno stimolo e una visione più attiva e dinamica della realtà vera. Si può dire, complessivamente, che anche “Bambole Russe” rispecchia in parte un “modus vivendi” che, già nel precedente film, era stato appunto un ingrediente fondamentale del suo successo.
Il più “cretino” della comitiva diventa il più maturo e convola a nozze con una bella ballerina russa conosciuta mentre lavorava come operaio in un teatro. Xavier ottiene un contratto come sceneggiatore, e troverà nuovi tormenti lavorativi e sentimentali. La “Tatou no global” è madre di un bimbo di padre brasiliano e vive di ideali “new world” ed esotismo. La “lesbica” è diventata un’abile operatrice di borsa ed in TV conduce una rubrica. La “rossa inglese”, tra tormenti e lavori come sceneggiatrice, ci tiene in sospeso. La “spagnola”, “il tedesco” e “l’italiano” compaiono a fine film.
E poi molti altri personaggi, che danno colore a quest’opera, ed il contrappunto scenografico e visivo della nuova Russia, come a dire che il film si propone come un contributo al ponte culturale eurasiatico, l’ex unione sovietica come “nuova frontiera”.
I nostri personaggi capiscono che nella vita bisogna scendere a qualche compromesso, che è necessario capire quanto “l’altra persona” o “altra realtà” sia piena di difetti e lacune, ma non per questo meno preziosa, e ancora più importante risulta saper operare verso il meglio con gli strumenti che si hanno a disposizione, nonostante tutti i limiti ambientali e personali.
Infine qualche nostalgia e una certa dose di umorismo, rendono “bambole Russe” un’opera godibile.
Le esistenze, come le donne di Xavier, interpretato come ne “L’appartamento Spagnolo” da Romain Duris, attore sulla cresta dell’onda, sono come le “Bambole Russe”, non sai mai se l’ultima è quella definitiva perché le sorprese, positive o negative che siano, sono sempre in agguato.
Gino Pitaro newfilm@interfree.it