° Dal romanzo (1844) di William Makepeace Thackeray: la scalata sociale di Redmond Barry dopo il matrimonio con Lady Lyndon e la successiva discesa nel baratro dell’oblio. Il film più elegante di Kubrick, dove ogni scena sembra un quadro, dove gli attori si muovono al ritmo delle splendide musiche, dove l’insistente voce fuori campo (di Romolo Valli, nell’edizione italiana) puntualizza ogni minimo particolare come in una perfetta biografia, dove sembra di essere in pieno ‘700, dove le stanze – riprese con un particolare obiettivo Zeiss fatto costruire appositamente e in seguito utilizzato in campo spaziale – sono veramente illuminate dalle sole candele. Perfetto in ogni sua parte, passato alla storia per i suoi celebri zoom, con scene meravigliose (quella della seduzione muta fra Redmond Barry e Lady Lyndon – prima al tavolo da gioco, poi nella veranda esterna con le musiche a cadenzare i movimenti – è uno dei più strabilianti pezzi di cinema di tutti i tempi) e commoventi (la morte del figlioletto Brian). Soltanto Kubrick poteva girare un film così, lungo e lentissimo, senza annoiare un solo momento. Un capolavoro e il più lucido documento di come non sia l’ambiente storico-sociale a determinare l’uomo e le sue azioni.. Il film storico e in costume più bello che sia mai stato realizzato. Lord Bullingdon è interpretato da Leon Vitali, che ha dimenticato le velleità d’attore ed è diventato l’assistente personale di Kubrick (per la scelta del cast, delle locations, ecc.). Quattro Oscar non fondamentali (Kubrick, incredibilmente come nel caso di Sergio Leone, non l’ha mai vinto per la regia o il film), tra cui ai costumi di Milena Canonero e Ulla-Britt Soderlund. Kubrick ebbe a dire, saggiamente, che un’opera che parla del futuro come del passato, e che quindi va immaginata, è di fantascienza.        STOR        185’       * * * * *
RD VC