Scheda film
Regia e Soggetto: Marco Bellocchio
Sceneggiatura: Marco Bellocchio, Veronica Raimo, Stefano Rulli
Fotografia: Daniele Ciprì
Montaggio: Francesca Calvelli
Scenografie: Marco Dentici
Costumi: Sergio Ballo
Musiche: Carlo Crivelli
Italia/Francia, 2012 – Drammatico – Durata: 110′
Cast: Isabelle Huppert, Alba Rohrwacher, Toni Servillo, Maya Sansa, Michele Riondino, Gianmarco Tognazzi, Brenno Placido
Uscita: 6 settembre 2012
Distribuzione: 01 Distribution
L’attesa
Complesso ed essenziale, emotivamente coinvolgente e allo stesso tempo fortemente cerebrale: queste sono solo alcune delle molte anime di Bella Addormentata, presentato in concorso alla Sessantanovesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, un’opera che ha saputo far discutere prima ancora di approdare nelle sale, complice l’approccio a una tematica che continua a infiammare il dibattito sociale nel nostro Paese.
Protagonista del film è quell’Italia fragile e combattuta che si divise di fronte alla vicenda di Eluana Englaro, raccontata attraverso quattro storie che si dipanano sullo sfondo degli ultimi giorni prima della morte della ragazza di Lecco rimasta in stato vegetativo 17 anni in seguito a un incidente stradale: un senatore del Pdl è chiamato a votare per una legge che va contro la propria coscienza, mentre sua figlia – un’attivista del movimento della vita che manifesta sotto la clinica dove è ricoverata Eluana – si innamora di un ragazzo che al contrario appoggia la scelta di Beppino Englaro. Altrove un giovane medico ospedaliero si batte nel cercare di salvare una tossicodipendente che vorrebbe solo essere lasciata morire, mentre un’attrice dal passato glorioso – che ha deciso di sacrificare tutta la sua vita nell’attesa di un miracolo che possa risvegliare sua figlia dal coma – cerca nell’estremismo religioso la sua salvezza, isolandosi da tutta la sua famiglia e rinunciando in particolare al rapporto con il figlio.
La vita, la morte, l’amore: attraverso lo sguardo di personaggi febbrili e tormentati prende forma il ritratto di una contemporaneità spesso impaurita, cinica e rabbiosa descritta attraverso un interessante intreccio di segmenti narrativi perfettamente aderenti alla realtà e riflessioni più simboliche ed evocative.
Bella Addormentata è un film doloroso, che pur senza soffermarsi direttamente sulla vicenda di Eluana Englaro sa raccontare il senso di ansia e sospensione che segnò quei giorni di febbraio del 2009, mentre l’opinione pubblica si spaccava e il dolore privato di una famiglia si trasformava sempre di più in un evento pubblico dall’onnipresenza mediatica, oggetto di un’autentica vivisezione emotiva ipocrita e triste.
A dispetto di tutte quelle polemiche faziose e frettolose che puntualmente si infiammano “preventivamente”, la riflessione di Marco Bellocchio è tutt’altro che parziale e non cerca affatto di stigmatizzare aspetti, comportamenti, ideologie: Bella Addormentata è un viaggio serio e ragionato che si interroga con discrezione e lucidità sul vivere e il morire, diventando ben presto un grande affresco sul valore, il rispetto e la dignità della libertà. Perché mentre la famiglia Englaro combatte la sua battaglia di coscienza per sottrarre la loro figlia a un perpetuo futuro di “limbo” fra la vita e la morte, i personaggi raccontati da Bellocchio sono tutti alla ricerca della loro libertà e ognuno attraverso le proprie scelte rivendica il diritto ad affermare la propria volontà: e così appaiono improvvisamente ancora più freddi, distaccati e dissonanti gli interventi dei politici estrapolati dalle tribune politiche, impregnati di retorica egoista e autoreferenziale, o il tono sensazionalistico dei telegiornali, perché nell’atmosfera ovattata e livida della pellicola ogni riflessione trova il proprio spazio e il proprio peso senza essere necessariamente oggetto di giudizio, cullato da quella algida e al contempo morbida sensazione di irrisolutezza che pervade l’intera pellicola.
Bellocchio non cerca scorciatoie e così come si rapporta con dedizione ai turbamenti e ai tumulti interiori degli individui non si sottrae al confronto con la politica e la religione, tratteggiando un ritratto a tuttotondo di una società inquieta, che fatica a trovare dei validi punti di riferimento e che viene raccontata attraverso i tanti slanci allegorici che costellano i diversi episodi: e la ricerca del film, il vero motore dell’intera opera è l’attesa di quel risveglio che possa finalmente liberare una società contemporanea così schiava dei suoi cliché, così annoiata da se stessa, così profondamente instabile.
Accompagnato da uno splendido cast, Bella Addormentata affronta – pur con qualche imperfezione e sbavatura – drammi personali e collettivi con rispetto, alternando durezza e dolcezza e ritagliandosi addirittura degli spazi arguti e dolce-amari, costruendo gradualmente un’opera intensa che lavora sull’empatia senza renderla forzata o obbligata e anzi lavorando moltissimo su una messinscena efficace e lucidissima dei tanti limiti dei suoi personaggi.
Il progetto di Marco Bellocchio nasce da una riflessione personale e giustamente si sviluppa in aderenza a quei principi e a quelle suggestioni, ma il risultato finale svicola via con intelligenza dal partitismo ideologico, rifuggendo la definizione di cosa sia “giusto” o “sbagliato”.
Voto: * * *¾
Priscilla Caporro
Alcuni materiali del film:
Intervista Huppert – Lavorare con Marco Bellocchio
Intervista Alba Rohrwacher – Riguardo al film
Intervista Huppert – La Divina Madre
Intervista Servillo – La sceneggiatura
Intervista Huppert – Il personaggio della Divina Madre
Intervista Pier Giorgio Bellocchio – Il lavoro sul personaggio
Intervista Marco Bellocchio – La storia
Intervista Marco Bellocchio – Il personaggio di Maya Sansa
Intervista Huppert – Il dibattito sull’eutanasia in Francia
Intervista Sansa – Sul tema del film
Intervista Huppert – Il rapporto con il cast
Intervista Riondino – L’incontro con Marco Bellocchio
Clip – L’immagine di un partito
Clip – Il medico e la paziente