Scheda film

Regia: Francesco Castellani
Soggetto e Sceneggiatura: Francesco Castellani e David Turchi
Fotografia: Eric Biglietto
Montaggio: Francesco Bianchini
Scenografie: Paki Meduri
Costumi: Fiorenza Cipollone
Musiche: Ennio Morricone
Suono: Alessio Costantini
Italia, 2012 – Commedia – Durata: 100′
Cast: Luca Di Prospero, Alessandro Procoli, Gabriele Geri, Vincenzo Zampa, Paolo Giovannucci, Pierpaolo De Mejo, Alfredo Angelici
Uscita: 10 ottobre 2013
Distribuzione: Point Distribution
Sale: 2

 Le quattro giornate di Pietralata

A mali estremi, estremi rimedi: potrebbe essere questo il motto che accompagna l’uscita nelle sale di Black Star – Nati sotto una stella nera, ma anche di tanti altri film che, come l’esordio nel lungometraggio di Francesco Castellani, hanno dovuto giocoforza percorrere l’impervia strada dell’auto-distribuzione per provare a farsi largo nel circuito ufficiale. Di conseguenza, dopo la tradizionale presentazione alla kermesse di turno, in questo caso nel fuori concorso della settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, ad una serie di no e di porte in faccia rimediati dai distributori nostrani, la Point Films ha deciso di rispondere costituendosi distribuzione (Point Distribution), così da portare con le proprie forze il film su una quindicina di schermi nel territorio nazionale a partire dal 10 ottobre. Del resto, chi fa da sé fa per tre. Il tutto nella speranza che l’investimento fatto dalla casa di produzione capitolina guidata da Mario Orfini trovi un meritato e dignitoso riscontro al botteghino. Staremo a vedere.
Nel frattempo, noi ci limiteremo a sottolineare la bontà e la semplicità che anima l’operazione dal primo all’ultimo fotogramma utile; ingredienti che le consentono di oltrepassare la sufficienza, di attutire le imperfezioni che si palesano strada facendo e di regalare alla platea un mix di sorrisi, commozione e spunti di riflessione. Sensazioni ed emozioni stroncate e soffocate nel petto a causa di una drammatica fatalità che oltrepassa il grande schermo per riportarci, purtroppo, alla cruda e dura realtà con l’ultima tragedia del mare avvenuta a largo di Lampedusa lo scorso 3 ottobre, costata la vita a centinaia di persone in fuga. Di fatto, la cronaca di questi recenti avvenimenti, vuoi o non vuoi, contribuiscono ad aumentare l’importanza di un’opera come Black Star e del messaggio che vuole prima di ogni cosa trasmettere e lasciare allo spettatore.
Bisogna, infatti, sgomberare dalla mente l’idea sbagliata che il film del regista capitolino sia la solita commedia sportiva, più precisamente calcistica come quella surreale e grottesca firmata dal collega sardo Paolo Zucca, dal titolo L’arbitro. Qui di surreale c’è molto poco, se non la parentesi finale che chiude le ostilità al centro del plot. Per il resto, il pallone c’è, il rettangolo di gioco pure e anche la squadra, ma il calcio come vedremo passerà subito in secondo piano per focalizzare l’attenzione su un argomento ben preciso. Black Star è una storia di integrazione prima che di calcio, che passa proprio attraverso lo sport più popolare del mondo per trattare con il linguaggio della commedia popolare, ma mai superficiale e facile, il difficile e delicato tema della migrazione forzata.
Liberamente ispirato alla vera storia dei Liberi Nantes Football Club, una squadra nata nel 2007 e composta unicamente da giocatori vittime di migrazione forzata che partecipa al campionato di terza categoria (fuori classifica per via del tetto sugli extracomunitari imposto dalla Federazione nostrana), il film di Castellani, che alla compagine ha già dedicato una serie televisiva e un documentario, racconta la vicenda (romanzata) di quattro amici italiani che gestiscono proprio una squadra di calcio di rifugiati politici con l’obiettivo di farla gareggiare nel torneo cittadino. In estate ottengono in gestione un campo di calcio abbandonato nel cuore del quartiere Pietralata, ma si trovano a fronteggiare l’opposizione di un gruppo di abitanti che hanno fondato un comitato per rivendicare l’uso del campo. Grazie a un abile avvocato, i residenti ottengono un’ordinanza di sgombero. Pur di non rinunciare al proprio sogno, i ragazzi della squadra reagiscono barricandosi nel campo per quatto giorni, fino a un imprevedibile epilogo durante la notte di San Lorenzo.
Terra di tutti e di nessuno, è proprio il rettangolo che porta il nome di Fulvio Bernardini a prendere vita, raccontandoci con il voice over di Marco Marzocca questa favola moderna di riconciliazione e accoglienza. Il polveroso campetto di periferia diventa così il luogo di “scontro” prima e di incontro poi tra realtà che impareranno a convivere solo dopo essersi fronteggiate a viso aperto, in una battaglia pacifica di resistenza a oltranza. Castellani si avvale di uno schema classico e di una coralità di volti di gradevole spontaneità per narrare una storia che trasforma le diversità in uguaglianze, le lontananze in corrispondenze, ma soprattutto ci mostra come lo sport può diventare vettore di inclusione sociale. Il toccante e intenso monologo di uno dei giocatori più giovani dei Liberi Nantes ci restituisce la misura e il tatto di un film mai banale o votato ai luoghi comuni, che non sfugge però alle ingenuità di quelle opere prime che vogliono dire tutto il possibile, sacrificando le necessità del plot stesso e il disegno caratteriale dei personaggi. Lo script di Black Star raggiunge spesso la saturazione drammaturgica nella scena, quando potrebbe tranquillamente abbandonarla prima. La messa in quadro finisce con l’assecondare questa saturazione allineandosi con i tempi della scrittura, ma almeno sposa la causa di una regia funzionale, sobria e priva di quei vistosi ghirigori stilistici che in molte operazioni analoghe appaiono fini a se stessi.
RARO perché… la nostra distribuzione è spesso cieca e sorda. 

Voto: 6 e ½

Francesco Del Grosso