A Burkitsville, dopo l’uscita del film, e’ scoppiata la Blairwitchmania: migliaia di turisti invadono la tranquilla cittadina per vedere il luogo in cui Rustin Parr uccise sette bambini molti anni prima e in cui sono morti i ragazzi che avevano girato il documentario sulla strega di Blair. Jeff sfrutta la moda vendendo gadget di tutti i tipi, anche via internet, e decide di lanciarsi nel turismo con il suo “Blair Witch Hunt”, gita nei luoghi più macabri della zona: ma le cose, ovviamente, non andranno per il verso giusto. Sono andato al cinema consapevole del fatto che “Blair Witch 2” non avrebbe potuto non piacermi: in fondo per soddisfare la mia passione da fan del primo episodio sarebbe bastato un filmino delle vacanze con un po’ di contorno horror. E il film inizia nel migliore dei modi, con scene di metacinema documentaristico sul successo del primo episodio. E andando avanti le cose vanno ancor meglio: le tante telecamere, il bosco, gli urli, tutto quello che aveva fatto grande “Blair Witch Project” viene riproposto in maniera perfetta, a metà tra il remake e la parodia. Le stesse paure, le stesse angosce, il tutto continuamente sdrammatizzato per poi tornare ancora più angosciante, con l’unico difetto dell’insistente commento di una musicaccia finto-metal da quindicenni messa a bella posta per il pubblico adolescente. Ma all’improvviso… ecco che cambia tutto: si vuole dare al film una trama e si riescono solo a creare situazioni pretestuose e banali, quello che era angosciante diventa ridicolo, tutto diventa inutile e incoerente, fino ad un finale che brilla per essere forse il peggiore degli ultimi 10 anni. Ed e’ un peccato, perché il film non difetta di nessuno degli elementi che avevano fatto grande il primo, pecca invece proprio in eccesso, aggiungendo quelle cose che in “Blair Witch Project” erano state volutamente omesse. Speravo fosse una bella docu-fiction, purtroppo e’ solo un pessimo film.
La casa stregata.

Graziano Montanini