Scheda film
Regia e Soggetto: Andrew Dominik
Sceneggiatura: Andrew Dominik dal Romanzo di Joyce Carol Oates
Fotografia: Chayse Irvin
Montaggio: Adam Robinson
Scenografie: Florencia Martin
Costumi: Jennifer Johnson
Musiche: Nick Cave e Warren Ellis
Suono: Lisa Pinero (Dolby Digital)
USA, 2022 – Drammatico/Biografico – 166′
Cast: Ana de Armas (Norma Jeane/Marilyn Monroe), Lily Fisher (Norma Jeane bambina), Vanessa
Lemonides (Voce cantata di Marilyn Monroe), Adrien Brody (Drammaturgo), Bobby Cannavale (Ex Atleta),
Xavier Samuel (Cass Chaplin), Julianne Nicholson (Gladys, la madre).
Uscita: 28 Settembre 2022 (Netflix).
Distribuzione: Plan B Entertainment/Netflix

Marilyn, fra mito e “realtà”

Blonde è come un pugno allo stomaco che dopo 24 ore ti fa ancora male. Come un torture porn di quasi tre ore, la pellicola del regista neozelandese si dipana alternando immagini patinate a momenti choc dove l’oggetto del desiderio (e della violenza gratuita) è una disorientata Marilyn Monroe, abusata, stuprata, violata, sfruttata, digitalizzata, quasi un clone dell’originale, come se il regista, in un impeto feticista e necrofilo, avesse voluto resuscitare la diva per farla soffrire ancora e ancora sotto i nostri occhi di spettatori, preda di un sadico voyeurismo che va svuotando il mito di glamour e technicolor e lo restituisce ai posteri come un vuoto involucro di femminile dolore, sacrificato sul freddo letto di un obitorio.

E’ così che il Mito di Marilyn, diva morta suicida a soli 36 anni, si svuota di significato e con lei muore definitivamente la Hollywood degli anni d’oro, dei red carpet, dei neon colorati dei cinema e delle luci dei flash. Il film descrive la lenta agonia di una donna sola alla ricerca del padre che l’ha abbandonata, prima nel conforto di una carriera che si rivela distruttiva e poi fra le braccia di diversi uomini: sbattuta da un letto all’altro, in un presunto menage a trois con i figli d’arte di Chaplin e Robinson, attraverso matrimoni sbagliati con uomini violenti e incapaci di cogliere a fondo il suo bisogno di essere ascoltata, apprezzata, amata per ciò che era.

La Norma Jeane, persona reale in carne ed ossa, intelligente, colta, profonda, veste la maschera del mito di Marilyn con un velo di schizofrenia quasi ereditata dalla madre squilibrata, una personalità multipla che una struggente e sopra le righe Ana de Armas alterna dalla voce interiore del feto mai nato (e anch’esso abusato come la stessa Norma) al vero io che diventa Marilyn a forza di violenze e traumi e infine prevale sulle altre. La reale, fragile, ingenua Norma Jeane cede il passo alla diva costruita dalle fantasie erotiche e maschiliste, all’immagine fatta di carta fotografica e celluloide, al trucco perfetto che cela il graffio, le lacrime, il terrore.

Blonde è un horror domestico fatto di sangue, placenta, sperma, lacrime e tanto dolore. Marilyn si trasforma in un feticcio che il regista rievoca senza raccontarci niente di nuovo, se non inventato e tratto dalla biografia romanzata di Joyce Carol Oates. Se a tratti Marilyn è riportata in vita da Dominik per subire indicibili violenze e perdite e per dare voce senza freni alla storia (alterata) della donna reale, in altri momenti il regista sembra talmente intimidito dalla statura del mito da non riuscire ad inventare nulla di diverso da riproduzioni di vere inquadrature dai set fotografici e dai film che la resero famosa, sostituendo il vero volto dell’attrice scomparsa con quello digitale dell’interprete Ana de Armas, in un gioco cinefilo di  sovrapposizioni multiple, che tuttavia non riesce a sortire gli effetti sperati e che sconfina spesso nel kitsch e nell’effetto fumettistico.

E al di là di tante supposizioni e macchinazioni sulla morte dell’attrice, nel film Marilyn/Norma Jeane muore sola com’era vissuta, dopo aver preso coscienza che sarà sola per sempre e che il padre nell’ombra, autore di un lungo rapporto epistolare, è anch’esso finzione. L’ennesimo inganno/violenza da parte di un maschio che la spinge su un altro letto disfatto, questa volta un letto di morte, dove giace supina negli ultimi istanti del film, nuda, fragile e sconfitta mentre la Marilyn del mito abbraccia un cuscino e sorride, pronta per un altro scatto.

Voto: 7

ES/VC