Stati Uniti, fine anni’ 60: George Jung, giovane irrequieto il cui unico scopo nella vita e’ non dover mai avere bisogno di soldi, si trasferisce in California con il suo miglior amico “Tuna” e comincia quasi per caso a spacciare droga. Da quel momento la sua carriera di trafficante di droga sarà una continua escalation…

“Ma chi ti fa i capelli?” chiede verso la fine del film il parrucchiere-spacciatore a Johnny Depp. Questa frase, detta dall’unico personaggio che nel corso del film sembra non veder scorrere il tempo, potrebbe anche essere un’ideale titolo del film, visto che a Ted Demme
piu’ che narrare la storia vera di un trafficante di droga (che alla fine si dimostra essere molto esile) interessa parlare di cambiamenti: i cambiamenti dagli anni ’60 fino ad oggi, in primis, con una ricostruzione fin troppo accurata di mode, stili di vita e, appunto pettinature, la maturazione da ragazzo a uomo di Johnny Depp, i cambiamenti del rapporto tra padre e figlio nel corso degli anni.
Tutto questo viene reso molto bene in “Blow”, tanto che sembra proprio di veder scorrere davanti ai nostri occhi la storia di un’epoca. Il resto, la biografia di George Jung, la storia d’amore con Penelope Cruz (presente tra l’altro solo per una trentina di minuti), la ricostruzione storica dei traffici internazionali di sroga, e’ solo un pretesto: ed e’ per questo che “Blow” alla fine assomiglia più a “Boogie Nights”, a cui in ugual maniera interessava parlarci di un’epoca, che a “Traffic”, che sulla carta dovrebbe essere il film con cui paragonarlo.
E’ per questo che “Ma chi ti fa i capelli?” può essere la frase riassuntiva di tutto il film, un film che tiene più al contorno che ai suoi personaggi, un film che ci sbatte in faccia tutti i lati piu’ sgradevoli dei decenni passati, un film che del cambio di pettinature di Johnny Depp fa una ragione di vita. E un film, tutto sommato, godibile ma non necessario.
Voto: 7

Graziano Montanini