Scheda film

Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Paul Cotter
Fotografia: Rick Siegel
Montaggio: Matt Maddox
Scenografie: Alex Ward
Costumi: Shaun Carmody
Musiche: Stephen Coates
Suono: Alex Lipschultz e David Sohanpal
G.B./USA, 2009 – Commedia – Durata: 84′
Cast: Shane Taylor, Benjamin Whitrow, Eileen Nicholas, Urike Arndt, Michael Asmussen, Emil Austermann, Waltraud Bredfeldt
Uscita: 19 aprile 2013
Distribuzione: Distribuzione Indipendente

Sale: 7

 Non è mai troppo tardi

Si può essere, distributivamente parlando, tanto ciechi da non aver colto il potenziale e la forza intrinseca di un’autentica perla della commedia indipendente come Bomber, definita non a caso da Variety “un debutto impressionante” e da NewCity “uno dei più riusciti film a basso budget mai apparsi sugli schermi”? Per inciso, giudizi che ci sentiamo di condividere in tutto e per tutto. È possibile eccome, visto che l’opera prima di Paul Cotter è tuttora inedita in madre Patria, ossia in terra britannica (a differenza del mercato nordamericano dove ha trovato subito una collocazione), mentre da noi esce solo ora a distanza di quattro anni dalla sua realizzazione, soltanto grazie alla lungimiranza dei responsabili di Distribuzione Indipendente che sono andati a ripescarla dalla soffitta impolverata della dimenticanza per lanciarla nel suo circuito di sale a partire dal 19 aprile. Tale scelta ha permesso di andare a supplire all’inspiegabile cecità dimostrata ancora una volta dalle Società di distribuzione italiane, appartenenti di fatto ad un Sistema abituato a importare dall’estero annualmente anche una buona dose di paccottiglia. Dunque, se non ci fossero stati i festival, dove la pellicola del regista inglese ha fatto incetta di riconoscimenti e di critiche positive unanimi da parte del pubblico e degli addetti ai lavori (dal Radance a Monaco, passando per il Torino Film Festival), probabilmente sarebbe diventata l’ennesimo desaparecido in cerca di visibilità, ma non di certo per suoi demeriti. Ma come si dice: non è mai troppo tardi per rimediare ai propri errori e per fortuna c’è ancora qualcuno disposto a farlo.
Da non confondere con l’omonima commedia tricolore di Michele Lupo con Bud Spencer e Jerry Calà del 1982, quella diretta da Cotter è permeata da quel inconfondibile sense of humour very british che sa come strappare dalle labbra un sorriso senza il bisogno di ricorrere all’ironia greve e volgare alla quale molto cinema “Indi” a stelle e strisce è solito ricorrere (Apatow & Co. docent). L’esordiente cineasta britannico firma una commedia leggera, ispirata, tenera e profonda, che fa della sobrietà della scrittura e della messa in quadro il proprio biglietto da visita. Costato soli 25.000 Euro e realizzato grazie a una mini troupe e a tre attori professionisti, Bomber è senza alcun dubbio un vero e proprio miracolo produttivo, di quelli capaci di dimostrare anche ai più scettici che per fare buon cinema non c’è bisogno di budget faraonici, ma di talento, professionalità e soprattutto di idee. Nel film di Cotter tutto questo va a confluire alla perfezione, restituendo la freschezza, la poesia e l’emozione che un’opera d’arte, qualsiasi essa sia, dovrebbe racchiudere ed esprimere. Di fatto, la povertà dei mezzi a disposizione passa in secondo piano, offuscata dalla bravura dell’autore nel trasformarla in libertà di espressione creativa.
La pellicola è un concentrato di bellezza, semplicità ed eleganza, dichiarate attraverso un sapiente lavoro davanti e dietro la macchina da presa. Fuori dai canoni delle logiche del mainstream e del piccolo schermo, è un film brillante e malinconico, di intelligenza sopraffina, di invidiabile scorrevolezza ritmica. Il tutto reso possibile da un precedente lavoro di scrittura che ha permesso alla storia di trovare un equilibrio tra forma e contenuto. Il fulcro che sorregge l’impalcatura drammaturgica è senza alcun dubbio il terzetto di personaggi che anima la vicenda, un po’ come accade nel cinema di Alexander Payne (vedi Sideways), da cui il cineasta inglese dichiara di lasciarsi ispirare a più riprese. Tratti di autobiografismo hanno reso poi il plot ancora più vero e diretto. Nel racconto al centro di Bomber c’è, infatti, un po’ della vita e dei trascorsi familiari di Cotter. Alistar e Valerie, entrambi sull’ottantina, partono per la Germania, dove l’uomo vuole tornare per espiare una colpa vecchia di cinquant’anni. Al viaggio si unisce di malavoglia il figlio Ross che, quasi trentenne, non ha ancora chiaro cosa fare della sua vita. Ma la vacanza diventa per la famiglia, costretta a vivere a stretto contatto, un’occasione per affrontare questioni da tempo irrisolte. E tornano inevitabilmente alla mente flash che proiettano il cinefilo a Little Miss Sunshine o In viaggio con papà, che il regista inglese sembra involontariamente mescolare per dare vita a una commedia on the road che attraverso il sorriso e la commozione ci parla di riscoperta dei legami domestici, di rapporti generazionali e di relazioni sentimentali fra coppie di tutte le età. Temi già di per sé duri da affrontare singolarmente senza scivolare nei luoghi comuni, figuriamoci riversati tutti in un unico script. Ma è dalla loro armoniosa coesistenza e interscambio che il film trae linfa vitale e spinta propulsiva. La narrazione si fluidifica e si rafforza, appoggiandosi alla splendida costruzione dei dialoghi (la scena della lettura della lista di Valerie al marito nel pre-finale), dei personaggi e delle situazioni (l’ira di Ross nei confronti del padre barricatosi nel furgoncino), che dimostrano un amore sviscerato di Cotter per ogni singola componente del suo film. La cosa che rimane più impressa è, però, proprio la capacità di rimanere attaccati alle situazioni, dargli il giusto spazio senza fuggire o dilatare. A guadagnarne è in primis la narrazione, ma anche la regia e la performance degli attori.
RARO perché… già, perché?! 

Voto: * * * *

Francesco Del Grosso