Scheda film
Regia: John Crowley
Soggetto: dal romanzo di Colm Tólbín
Sceneggiatura: Nick Hornby
Fotografia: Yves Bélanger
Montaggio: Jake Roberts
Scenografie: François Séguin
Costumi: Odile Dicks-Mireaux
Musiche: Michael Brook
Suono: James Baker
Irlanda/G.B./Canada, 2015 – Drammatico – Durata: 111′
Cast: Saoirse Ronan, Emory Cohen, Domnhall Gleason, Hugh Gormley, Brid Brennan, Jim Broadbent, Maeve McGrath
Uscita: 17 marzo 2016
Distribuzione: 20th Century Fox
Dell’emancipazione
Non è la prima volta che la comunità irlandese negli Stati Uniti venga portata sul grande schermo: da Ribalta di gloria di Michael Curtiz del 1942 a Stato di Grazia di Phil Joanou del 1990, da Cuori Ribelli di Ron Howard del 1992 a Gangs of New York del 2002 e The departed del 2006 entrambi diretti da Martin Scorsese. Il genere è stato evidentemente spesso poliziesco o thriller, poiché per i nativi d’Irlanda era facile cadere o al di qua o al di là della giustizia, senza troppe mezze misure.
Brooklyn, tratto dal romanzo di Colm Tólbín e sceneggiato per l’occasione addirittura da Nick Hornby, mette invece al centro una figura femminile e predilige temi più delicati come l’emancipazione delle donne (come Suffragette, anch’esso in uscita nelle sale), la famiglia, gli affetti e il lavoro.
Protagonista, nel ruolo dell’emigrante Ellis Lacey, è Saoirse Ronan, nominata senza successo all’Oscar come miglior attrice protagonista, la quale, dobbiamo dire, non è cresciuta proprio benissimo, passando dalla deliziosa ragazzina coi capelli mossi e gli occhi chiarissimi che ci conquistò e commosse in Amabili resti ad una ragazzona dal viso un po’ troppo tondo, ma comunque ancora gradevole e perfetta per una giovane fanciulla irlandese di belle speranze che lascia il proprio paese incoraggiata dalla sorella per cercare fortuna oltreoceano. Non tutto le andrà per il verso giusto e, anche se a New York oltre al lavoro troverà il vero amore, un evento infausto la riporterà nel suo paese natale, dal quale sarà molto difficile ripartire. Difficile, ma non impossibile…
Brooklyn non è un brutto film, anche se la nomination alla statuetta dell’Academy come miglior film era forse esagerata, ma conferma ancora una volta l’abissale distanza tra la materia scritta e quella filmata: l’ispirazione tratta da un romanzo, filtrata dalla penna di un altro noto scrittore come Nick Hornby – che già non aveva dato una grande prova con la sceneggiatura originale di An Education di Lone Scherfig – non fa miracoli, né la ridondante voce fuori campo, giustificata sì dallo scambio epistolare tra le due sorelle Rose ed Ellis, aiuta nella transizione da un mezzo all’altro.
Ne esce un film tutto sommato gradevole ed anche toccante in molti punti – soprattutto nel finale – retto e giocato in gran parte sulle spalle di Saoirse Ronan e di una vecchia volpe come Jim Broadbent, nel quale tutti gli altri attori di contorno svolgono egregiamente il loro lavoro, con l’esperto regista John Crowley ben intento a mettere insieme tutti i pezzi ed a stemperare il dramma con personaggi da commedia (quali la dolce padrona di casa Mrs. Keogh interpretata da un’altra colonna come Julie Walters) affinché il film possa chiudersi in maniera circolare e risultare piacevole e carino. Ma nulla più.
Voto: 6 e ½
Paolo Dallimonti