Scheda film
Regia, Soggetto e Trattamento: Francesca Balbo
Fotografia: Francesca Balbo, Andrea Turri
Montaggio: Carlotta Cristiani, Bruno Oliviero
Musiche: Dario Miranda
Suono: Mirko Guerra, Alberto Gallo
Italia, 2012 – Documentario – Durata: 60′
Uscita: 3 maggio 2012
Distribuzione: La Sarraz Pictures Distribuzione cinema DOC
Sale: 2
Vite incatenate
In un epoca di modernità estrema e alta velocità, Cadenas punta lo sguardo su vite di donne, in quella parte di Sardegna che si snoda tra la Trexenta, il Campidano e il Gennargentu, dove corre un treno senza tempo. Una motrice il cui passaggio è salutato da punti gialli e fluorescenti, le guarda-barriera. È un lavoro che si eredita in linea femminile da generazioni: bloccano il traffico al passare del treno, poche centinaia di chilometri di rotaie secondarie che incrociano strade minori percorse da macchine, trattori e pecore. Il treno, rari passeggeri a bordo, supera con un fischio la guarda-barriera e corre via nella polvere, scomparendo dietro una curva: uomini, macchine e animali sono allora liberi dalla catena che chiude l’accesso ai binari. Ma non le donne, la cui esistenza è scandita dagli orari e dai riti della ferrovia. Tutti i giorni dell’anno. Vite incatenate, le loro. Intorno un paesaggio antico che alterna campi gialli e muretti a secco, pianure macchiate di cactus e mandorli, foreste e gole di montagna. La custodia del passaggio a livello è totalizzante: implica cura, responsabilità e attenzione, diventa un’ossessione che abita persino i loro sogni. Il timore di perdere l’arrivo del treno, di non giungere in tempo, di non riuscire a proteggere creature e cose. Il ritmo della giornata è sincopato, incerto, spezzato, mentre l’alternarsi dei gesti sempre uguali è una certezza ineluttabile.
Il documentario di Francesca Balbo narra con semplicità e sensibilità di queste donne, che, come tante altre al mondo, lottano per i loro diritti di lavoratrici, mentre vivono immerse nell’attesa. In una Sardegna senza mare, in cui spazio e tempo sono stretti tra catene e binari, in cui si spia il cielo nero temendo i rovesci di pioggia, e si accende il fuoco nei giorni gelidi d’inverno. Tra vecchie case cantoniere ormai diroccate e monconi di quella che era una rete capillare, nata per collegare i paesi dell’interno con la costa, la montagna al mare. Una rete ormai spezzata e perduta. In una terra in cui le donne restano uniche custodi di una memoria che sta svanendo.
“Raccontare le guarda-barriera della Sardegna – dice Francesca Balbo – significa raccontare una normalità complicata in cui la giornata si compone come un puzzle, cercando di mettere insieme i pezzi giusti. La loro forza è pari soltanto alla loro tenerezza”.
RARO perché… a chi può interessare delle “guarda-barriera” sarde, donne uniche al mondo?!
Note: il film ha iniziato il suo percorso attraverso l’Italia il 3 maggio 2012 presso il Cinema Moderno di Sassari ed il Mignon di Mantova, per affacciarsi poi, tra l’altro, il 29 e 30 ottobre 2012 al Nuovo Cinma Aquila di Roma, dove il 19 aprile 2013 ha rifatto capolino nell’ambito del progetto “Cinemamme”. Potete seguire QUI il calendario delle proezioni.
Voto: * * *
Francesca Bani