Scheda film
Regia: Anna Boden, Ryan Fleck
Sceneggiatura: Anna Boden, Ryan Fleck, Geneva Robertson-Dworet, Jac Schaeffer
Fotografia: Ben Davis
Montaggio: Elliot Graham, Debbie Berman
Scenografia: Andy Nicholson
Cast: Brie Larson, Samuel L. Jackson, Ben Mendelsohn, Djimon Hounsou, Lee Pace,
Lashana Lynch, Gemma Chan, Annette Bening, Clark Gregg, Jude Law
Musiche: Pinar Toprak
USA, 2019 – Azione/Fantascienza/Avventura – Durata: 124’
Uscita: 6 marzo 2019
Distribuzione: The Walt Disney Company Italia

Girl (super) power!

In attesa del 24 aprile, data in cui la Walt Disney Pictures porterà nelle sale italiane (due giorni prima dell’uscita negli Stati Uniti) Avengers: Endgame, quarto capitolo dell’epica saga dedicata ai supereroi più potenti della Terra con il quale si chiude ufficialmente la fase 3 del Marvel Cinematic Universe, la distribuzione ha pensato di ingannare l’attesa con un antipasto servito a partire dal 6 marzo. Si tratta di Captain Marvel, il 21esimo lungometraggio made in Marvel Studios ad approdare sul grande schermo, con il quale si aggiunge un nuovo tassello al mosaico cinematografico della celeberrima casa editrice.

Scritto e diretto dai registi/sceneggiatori Anna Boden and Ryan Fleck (Mississippi Grind e Half Nelson), il film segue le vicende di Carol Danvers, personaggio nato dal genio del compianto Stan Lee e da Gene Colan nel 1967, che diventa uno degli eroi più potenti dell’universo quando la Terra viene coinvolta in una guerra galattica tra due razze aliene. Ambientato negli anni ‘90, Captain Marvel è un’avventura completamente nuova che mostrerà al pubblico un periodo storico mai visto prima nell’Universo Cinematografico Marvel. E questo è senza ombra di dubbio uno degli ingredienti di maggiore interesse dell’operazione, oltre alla possibilità per il pubblico, gli addetti ai lavori e gli appassionati di confrontarsi con il primo capitolo della serie ad avere un personaggio femminile come protagonista. Insomma, quanto basta per deliziare i palati degli spettatori di turno con quello che, di fatto, è uno spin-off concepito in modalità flashback per preparare il campo all’ingresso del suddetto personaggio nel cross-over (Avengers: Endgame appunto). Conferma che puntualmente arriverà nell’immancabile pillola inserita nel mezzo dei titoli di coda e della quale non vi riveleremo il contenuto. Per cui, indipendentemente se avrete apprezzato o no la pellicola, vi invitiamo a non abbandonare la sala subito dopo lo showdown per gustarla con i vostri occhi.

Detto questo, Captain Marvel è a tutti gli effetti quello che in informatica viene definito uno stand alone, ossia un oggetto o un software capace di funzionare da solo o in maniera indipendente da altri simili, con cui potrebbe altrimenti interagire. Per cui, quello co-diretto da Boden e Fleck funziona esattamente come qualsiasi altro progetto analogo nel campo dei cine-comics, ritagliando su misura un one woman show cosi come è stato in passato per Wonder Woman, Catwoman, Supergirl o Elektra. Fortunatamente per gli autori e per la produzione però il software qui funziona decisamente meglio rispetto ai suddetti predecessori, anche se non abbastanza da farci uscire dalla sala sazi e soddisfatti.

Captain Marvel serve in primis a presentare la versione cinematografica del personaggio rispetto alla sua matrice fumettistica, raccontando a chi non lo conoscesse (o per rinfrescare la mente che ne conosce vita, morte e superpoteri) tanto la genesi quanto la sua evoluzione. Naturalmente la pellicola assolve in pieno al compito e lo fa senza particolari intoppi, ma non si va oltre i temi classici come la ricerca della propria identità, l’accettazione e la presa di posizione, oltre ad un chiaro messaggio anti-bellico, quindi non aspettatevi altro e soprattutto uno scavo approfondito nella psiche della protagonista. Ma fa parte delle regole del gioco e a noi piace giocare. Il che ci ha portato ad apprezzare la confezione tecnica, i VFX e l’immancabile humour di certe battute, piuttosto che il plot in sé e lo sviluppo delle singole one-lines che lo compongono. La spettacolarità di alcune sequenze come quella del combattimento dentro e fuori dal treno, dei corpi a corpi marziali, delle detonazioni e dei duelli aerei, restano le portate più succulenti presenti nel menù. Ed è a queste più che all’interpretazione non entusiasmante di Brie Larson, capace di ben altro se pensiamo alla sua performance di Joy “Ma” Newsom in Room (per il quale ha vinto il Golden Globe per la migliore attrice in un film drammatico, il BAFTA alla migliore attrice protagonista, uno Screen Actors Guild Award e il Premio Oscar alla migliore attrice protagonista, alla sua prima candidatura), che il fruitore deve affidarsi per non rimpiangere i soldi del biglietto, poiché il film d’intrattenimento a buon mercato ne offre e a dosi massicce.

Voto: 6 e ½

Francesco Del Grosso