RECENSIONE N.1

E’ vago il ricordo televisivo del trio di belle ragazze a caccia di criminali. Ricordo pantaloni a zampa di elefante, qualche mossa di karate ma senza sgonfiare la pettinatura, molti travestimenti per infiltrarsi nel mondo del nemico, il fido Bosley unico collegamento con il miliardario datore di lavoro, e un citofono poggiato sulla scrivania da cui le tre ricevono istruzioni per le loro indagini.
La domanda, comunque, era più che altro una: ma su cosa sono sedute nel logo della sigla? Di tutto questo, nell’esordio al cinema del regista di video musicali McG, resta la superficie, rinforzata da dosi di testosterone visivo che trasformano le tre protagoniste in eroine da fumetto. L’inizio sembra un trailer e il seguito pare un accostamento di videoclip senza un filo logico. La sceneggiatura praticamente non c’e’ e tutto e’ giocato sul ritmo e sulla spettacolarità dell’azione. Azione che, però, non avendo una causa scatenante e nemmeno un punto di arrivo, e’ priva di qualsiasi mordente e azzera ogni interesse diventando ripetitiva e monotona. Il pregio del film e’ di non prendersi mai sul serio e di esagerare volutamente i personaggi e le situazioni, ma il risultato e’ una parodia demenziale che, tra l’altro, diverte solo in due o tre gag azzeccate. Le protagoniste hanno verve ma sono caratterizzate in modo basico, i combattimenti devono tutto all’estetica di “Matrix”, la musica e’ sempre adatta e al momento giusto e la regia sembra preoccupata di sfoderare continui virtuosismi tecnici. Alla base, però, non c’e’ una storia da raccontare e nemmeno una serie televisiva da celebrare, ma un pubblico MTV da soddisfare per un consumo immediato e senza alcun retrogusto.
E se di celebrazione si vuol parlare, e’ più che altro quella di un vuoto. Un vuoto innocuo, forse, ma ben lontano dai sogni.

Luca Baroncini de “gli Spietati”

RECENSIONE N.2

Natalie (Cameron Diaz), Dylan (Drew Barrymore) e Alex (Lucy Liu) sono le “Charlie’s Angels”, le tre agenti operative dell’agenzia investigativa diretta dal simpatico Bosley (Bill Murray) e guidata dal misterioso Charlie, che nessuno ha mai visto. Questa volta sono alle prese col furto di un programma informatico di riconoscimento vocale che, insieme ad un’innovativa tecnologia satellitare, potrebbe permettere di rintracciare qualsiasi persona sulla faccia della terra. E’ una strana nazione l’America, in cui un film ad alto budget viene dato in mano ad un regista esordiente: ma forse senza correre dei rischi non si otterrebbero nemmeno risultati, visto che “Charlie’s Angels” e’ un film completamente riuscito sia commercialmente che tecnicamente. Il colpo d’occhio potrebbe far pensare ad un remake cinematografico della vecchia serie, come era già stato fatto per “Il santo” e “Mission: Impossible” tra gli altri, ma in realtà l’operazione e’ completamente diversa. Le “Charlie’s Angels” non sono le stesse della serie, ma 3 ragazze nuove di zecca (non solo come attrici, il che e’ normale, ma anche come personaggi che interpretano), il che può lasciar spazio alla suggestiva ipotesi che Charlie recluti di tanto in tanto nuovi angeli custodi (che fine fanno i vecchi? Magari ci sarà spiegato in qualche eventuale seguito del film). E anche l’atmosfera cambia radicalmente: via la serie anni ’70, via le sue ingenuità e la sua atmosfera glamour, liquidate in pochi istanti (bellissima la battuta sul fascino della mossa di spostarsi i capelli tipica degli anni ’70 quale mezzo di seduzione) insieme a diverse altre serie televisive (si citano Love Boat, TJ Hooker e Friends). E campo libero per l’azione ipercinetica alla John Woo, con combattimenti corpo a corpo stile Matrix (di quelli, per intenderci, che avrebbero giovato al mediocre X-Men) e interessanti tutine in pelle nera. Chi non ama i film d’azione della Hollywood post-Hongkongiana puo’ tranquillamente stare a casa, ma chi ha amato “Mission: Impossible 2” trovera’ certo di che divertirsi.
Le tre dell’Ave Maria.

Graziano Montanini