Scheda film

Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Pål Sletaune
Fotografia: John Andreas Andersen
Montaggio: Jon Endre Mørk
Scenografie: Roger Rosenberg
Costumi: Ellen Ystehede
Musiche: Fernando Velázquez
Suono: Morten Solum
Norvegia/Germania/Svezia, 2011 – Thriller psicologico – Durata: 95′
Cast: Noomi Rapace, Kristoffer Joner, Vetle Qvenild Werring, Stig R. Amdam, Maria Bock, Torkil Johannes Swensen Høeg, Bjørn Moan
Uscita: 31 agosto 2012
Distribuzione: Nomad Film Distribution

Sale: 19

 Un bel passato di torture

La giovane Anna (Noomi Rapace) si trasferisce in una nuova casa col figlioletto Anders (Vetle Qvenild Werring) di otto anni, dietro aiuto dei servizi sociali. È in fuga dal padre di suo figlio per i pesanti maltrattamenti ai danni di quest’ultimo, culminati con un tentativo di infanticidio. Più che terrorizzata, ma decisa a far riprendere a se stessa e ad Anders una vita normale, per lasciar dormire il pargolo da solo si reca in un negozio di elettrodomestici ad acquistare un babycall. Ma una notte dal dispositivo iniziano ad uscire delle spaventose urla di bambino che sembrano provenire da fuori l’appartamento. Probabilmente è un’interferenza di un altro apparecchio nel comprensorio, ma per Anna è l’inizio di una serie di inquietanti fenomeni che la vedranno sempre più disorientata. La verità naturalmente sarà assai più sconvolgente, ancora ben lungi dall’essere compresa…
Ora, potete anche esservi dimenticati della sua interpretazione punk nella trilogia di Millennium o averla direttamente ignorata, come pure potete non conoscere gli altri suoi ruoli dall’inedito Daisy Diamond a Beyond fino al prossimo Prometheus, ma è difficile ravvisare in Noomi Rapace le physique du rôle della sanità mentale, motivo per cui fin dall’inizio ed a ragione non potremo fare a meno di dubitare di Anna, il personaggio da lei incarnato, a scapito della solidità dell’impianto narrativo ed a vantaggio della sua prevedibilità.
Il regista Sleutane, già autore nel 1997 della commedia gialla Posta celere, applica ad una storia molto più terrena di quanto potrebbe sembrare le regole della suspense hitchcockiana, ma in sottrazione, nel senso che allo spettatore vengono fornite pochissime informazioni, mentre alla protagonista, sempre più sconvolta e confusa, non ne vengono date per niente. Ovviamente il gioco è molto sleale, con carte in tavola ampiamente truccate e, contando la lentezza con cui viene condotto il racconto – Sleutane non è certo Alfredson (Lasciami entrare), maestro scandinavo di snelle ellissi – l’attenzione finisce presto per latitare. Da poco prima della metà qualche evidente indizio comincia ad essere seminato, ma le tracce sono apprezzabili solo ad una seconda visione. Il finale inoltre è eccessivamente diluito e cerca di tappare forzatamente buona parte dei buchi aperti fin lì.
Su questa struttura thriller debole e traballante, la brava Noomi Rapace, al tempo stesso forza e debolezza del film (vedi sopra) – alla Festa del Film di Roma 2011, dove la pellicola fu presentata, vinse il Premio Marc’Aurelio per la migliore interpretazione femminile – mantiene fino in fondo il proprio personaggio con dispendio di sguardi ansiosi ed esterrefatti, ma lo spettatore purtroppo si è già perso molto prima.
RARO perché… è un thriller un po’ fiacco.
Note: La Nomad Film Distribution, in occasione dell’uscita nelle sale italiane del film, aderisce all’iniziativa MYMOVIESLIVE for Cinemas, la piattaforma streaming di MYmovies.it che permette alle sale cinematografiche che programmano il film di raggiungere i propri spettatori anche su Internet entro un raggio di 30 km.

Voto: * *½

Paolo Dallimonti