Scheda film
Titolo originale: Fifty shades of Grey
Regia: Sam Taylor-Johnson
Soggetto: tratto dal romanzo omonimo di E L James
Sceneggiatura: Kelly Marcel
Fotografia: Seamus McGarvey
Montaggio: Anne V. Coates e Lisa Gunning
Scenografie: David Wasco
Costumi: Mark Bridges
Musiche: Danny Elfman
Suono: Mark Noda
USA, 2015 – Drammatico/Erotico – Durata: 125′
Cast: Dakota Johnson, Jamie Dornan, Jennifer Ehle, Eloise Mumford, Victor Rasuk, Like Grimes, Marci Gay Harden
Uscita: 12 febbraio 2015
Distribuzione: Universal Pictures
Nove settimane e un mazzo
Christian Grey (Jamie Dornan) è un giovane e ricco uomo d’affari a capo della società omonima. Anastasia Steele (Dakota Johnson) è una studentessa di letteratura che, sostituendo la cara amica Kate (Eloise Mumford), va ad intervistarlo. Tra i due scatta una scintilla immediata, ma non è amore, almeno non per entrambi: lui è un sadico dominatore e cercherà di introdurla ai suoi perversi giochi erotici, mentre lei tenterà di convertirlo alla normalità, affrontando i suoi lati oscuri.
Tratto dall’omonimo romanzo di E L James, che con le sue decine e decine di milioni di copie vendute ha (ri)acceso i sensi di altrettante casalinghe disparate e disperate, ma non solo, Cinquanta sfumature di grigio, se fosse stato affidato ad uno dei re del porno degli anni settanta, come un Radley Metzger (Barbara Broadcast) o un Chuck Vincent (Roommates), maestri nel perfetto equilibrio tra trama e scene di sesso, sarebbe stato un capolavoro.
Invece, nelle mani di Sam Taylor-Johnson, che onestamente fa quel che può, è soltanto un soft-core, che effettivamente osa per essere un film mainstream, ma che comunque oltre un certo punto non può andare.
Ai tempi di Youporn, pellicole del genere sono comunque delle operazioni perse in partenza, che credono di salvarsi in virtù della base letteraria, ma che vengono sconfitte sul campo due volte, poiché sono private della fantasia che si sprigiona dalla carta stampata grazie alla chimica tra scrittore e lettore, castrata invece dalla personale interpretazione di chi sta dietro la macchina da presa.
Sam Taylor-Johnson, che ci sorprese col John Lennon del suo bel Nowhere boy (quando ancora si chiamava Sam Taylor-Wood, prima di conoscere sul set del film il futuro marito, l’attore Aaron Johnson), banalmente sceglie la facilissima strada della pellicola patinata che, tra insopportabili ralenti nelle scene clou, non inventa nulla di nuovo, arrivando perfino a plagiare – e non citare – la celeberrima scena del cubetto di ghiaccio di Nove settimane e mezzo.
Le femmine andranno in sollucchero alla visione dei glutei scolpiti dell’aitante Jamie Dornan, mentre i maschi gradiranno, ma non troppo, le nudità di Dakota Johnson, carina sì, ma davvero troppo secca per risultare eccitante. Non a caso, in tempi di porno accessibile con un click, il film funziona meglio nelle parti parlate, in particolare nella divertente scena in cui i due protagonisti discutono il contratto che il Dominante ha proposto alla Sottomessa: tra fisting in vari pertugi e dilatatori anali, sui quali ultimi purtroppo la discussione viene troncata all’arrivo delle segretarie di Grey, la fantasia dello spettatore riesce davvero a riaccendersi, libera e sfrenata, più che in quella “camera dei segreti” piena di fruste che appare (seducente) come il laboratorio delle torture del Jigsaw della saga di Saw.
Cinquanta sfumature di grigio (che, benché traduzione letterale, in originale era molto più incisivo, oscillando tra il colore ed il cognome del protagonista, Grey) si chiude in maniera circolare, col saluto acido tra la coppia troncato dalle porte di un ascensore, così come era quasi iniziato. E ci dà inevitabilmente appuntamento al secondo dei tre capitoli, “Cinquanta sfumature di nero”.
Voto: 5
Vito Casale