Scheda film
Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Maja Milos
Fotografia: Vladimir Simic
Montaggio: Stevan Filipovic
Scenografie: Zorana Petrov
Costumi: Senka Kljakic, Marijana Radovic e Monika Ratkovic
Suono: Andrej Sinkevic
Serbia, 2012 – Drammatico – Durata: 102′
Cast: Isidora Simijonovic, Vukasin Jasnic, Sanja Mikitisin, Jovo Maksic, Monja Savic, Katarina Pesic, Sonja Janicic
Uscita: 13 dicembre 2013
Distribuzione: Kino
Sale: 1
Porno io
Jasna (Isidora Simijonovic) è una bella adolescente che vive nella periferia degradata a sud di Belgrado, in Serbia. Le sue giornate, non molto diverse l’una dall’altra, trascorrono tra il padre gravemente malato in attesa di intervento chirurgico, i litigi con la madre per il clima di tensione famigliare che la malattia paterna ha creato ed il suo ragazzo Djole (Vukasin Jasnic), un balordo per cui lei stravede, ma che non la rispetta affatto e la usa anzi con compiacimento reciproco come un mero oggetto di piacere sessuale. Il tutto con una particolarità: Jasna riprende ogni istante della sua vita con la fotocamera del suo cellulare, immortalando così ogni singolo avvenimento…
Klip di Maja Milos appartiene a due tipologie cinematografiche: il film-verità, girato (in teoria) integralmente in soggettiva con un cellulare, ed il porno; l’uno per rinforzare l’altro. La Milos non sembra però trarre giovamento da errori del passato commessi da cineasti quali Paul Schrader col recentissimo The canyons e Thomas Love-Hewitt con Don Jon, Lars Von Trier col suo audace Idioti, Catherine Breillat (Romance e Pornocrazia) e Virginie Despentes e Coralie Trinh Thi con Baise-moi – Scopami, con cui questo suo film ha più punti di contatto: tutte pellicole che inseriscono più o meno direttamente la pornografia, sia nella forma – con l’uso di attori provenienti da quel mondo – o nei contenuti – ossia con l’esibizione di scene dichiaratamente esplicite.
Mentre si profila l’uscita di un altro, nuovo film proprio di quel succitato Lars Von Trier dall’eloquente titolo Nymphomaniac, lo sbaglio più grosso dell’esordiente Maja Milos risiede specificamente nel cercare (e non trovare appunto) nel porno quell’effetto verità che in realtà non ha (mai avuto). Mentre per anni registi come Gerard Damiano, Joe D’amato e Mario Salieri, tanto per citarne alcuni, si sono arrovellati il cervello per tentare di conferire dignità al “genere” inventando fantasiosi remake o fondando vere e proprie saghe come quella di Concetta Licata, solo ora la pornografia si è beneficiata del vento di freschezza del web e dell’accelerazione tecnologica degli ultimi anni decretando la morte di quell’universo e rendendo il tutto accessibile, realizzabile e fruibile per una massa sempre più grande di persone.
Proprio in questo la Milos arriva tardi: il porno è e sarà sempre comunque finzione – salvo nei casi di immagini rubate ai limite della legge – anche quando una coppietta si riprende volontariamente piazzando una telecamera di fronte ai propri accoppiamenti per poi riversare il filmato in rete, poiché la consapevolezza stessa di auto-filmarsi pregiudica ogni tipo di realismo.
Per tale motivo quell’effetto veritiero da lei ricercato non giunge mai, facendo invece risultare le fellatio e gli amplessi ripetuti ed esibiti di Jasna alla lunga inutili ed eccessivi, poiché “fintamente” veri, non costituendo comunque niente di più sbalorditivo ad esempio di quel filmino amatoriale semiclandestino – “Forza Chiara da Perugia” – per cui oltre una decina di anni fa tutti noi maschietti trasalivamo nei primi approcci al Word Wide Web.
Klip arriva perciò in ritardo e fuori luogo, proponendosi come uno strano oggetto del NON desiderio, senza suscitare emozioni né eccitazioni (e forse anche senza volerlo fare), cercando più che altro di provocare, ma risultando alla fine, nella sua lunga durata, freddo ed irritante ben oltre le iniziali intenzioni dell’autrice. Un singolare romanzo di (de)formazione per niente riuscito.
RARO perché… è un film fatto di eccessi e perciò non per tutti.
Note: il film è uscito solo al Kino di Roma.
Voto: 4 e ½
Paolo Dallimonti