Scheda film

Regia, Fotografia, Montaggio: Ivan Zuccon
Soggetto: Howard Philip Lovecraft
Sceneggiatura: Ivo Gazzarrini
Scenografie: Valerio Zuccon
Musiche: Marco Werba
Italia, 2008 – Horror/Fantascienza – Durata: 92′
Cast: Debbie Rochon, Michael Segal, Marysia Kay, Gerry Shanahan, Eleanor James, Matteo Tosi, Emmett J. Scanlan
Uscita: 9 marzo 2012
Distribuzione: Distribuzione Indipendente

Sale: 6

 Luci lontane

Chi è Ivan Zuccon? Per la maggior parte dei lettori, uno sconosciuto; per gli appassionati di cinema ed in particolare di horror invece è una sorta di enfant prodige del genere, cresciuto alla corte di Pupi Avati, che gli permette di mantenersi col lavoro di montatore perlopiù di documentari presso la DueA, la casa di produzione del regista romagnolo.
Esordendo nel 1998 con il corto From Beyond, dilatato entro un paio d’anni su richiesta della scream-queen Tiffany Shepis a lungometraggio, noto – si fa per dire – in Italia come L’Altrove, ha realizzato una serie di film, tutti dell’orrore, inediti in sala, con la parziale eccezione di Bad Brains che fu acquistato da Mikado per l’home-video, di cui Colour from the dark è il sesto. Altra caratteristica della filmografia zucconiana è quella di essere quasi integralmente ispirata alle opere di H.P. Lovecraft, che al cinema su scala planetaria non ha mai avuto successo, tanto che una “cormanata” a lui ispirata, La città dei mostri, fu fatta passare per tratta da Poe.
Il racconto “Il colore venuto dallo spazio” del 1927 viene qui spostato dal New England alla provincia ferrarese del 1943, più consona al regista, sullo sfondo di unaa seconda guerra mondiale molto marginale per ragioni di budget, tra nazisti all’inseguimento degli ebrei e famigliari dispersi nel conflitto. In un casolare di campagna vivono Pietro (Michael Segal) e Lucia (Debbie Rochon), insieme alla sorella di lei Alice (Marysia Kay), muta ed affetta da gravi problemi mentali. Un giorno, mentre Pietro cerca di aiutare la cognata a recuperare il secchio caduto nel pozzo, libera qualcosa dalle profondità del terreno. Si tratta di un’entità aliena fatta di luce che inizialmente restituirà a Pietro l’uso del ginocchio, da tempo malato, ad Alice la parola e trasformerà enormi e rigogliosi gli ortaggi del campo, ma condurrà presto alla pazzia Lucia, contagiando tutti quelli che entreranno in contatto con lei…
Prendendosi molte libertà, oltre l’ambientazione, rispetto al nume tutelare Lovecraft, omettendo il meteorite con cui l’entità sarebbe giunta sulla terra e sfoltendo l’impianto del racconto originario, Zuccon realizza un film dal ritmo discontinuo, ma non privo di fascino, ateo e quasi anti-clericale, riducendolo spesso ad una storia di possessione, incappando però in tutti i più triti cliché del genere. Anche la dimensione onirica, suggerita dai ripetuti sogni del personaggio di Anna (Eleanor James), non aiuta lo spettatore a familiarizzare con la storia, spiazzandolo spesso ed a tratti confondendolo.
Girato in digitale ed in inglese – vista la scarsa fortuna di un regista “nemo propheta in patria” – e distribuito con i sottotitoli in italiano, suonando perciò stridente nei confronti di un’ambientazione nostrana, Colour from the dark si sarebbe potuto avvalere di una forma più breve, come quella del cortometraggio, e, così com’è, può restare fonte d’interesse soltanto per veri e radicali appassionati di horror.
Raro perché… è l’ultimo film in ordine di tempo di un regista di genere acclamato all’estero, ma ignorato nella sua stessa patria.

Voto: * * *

Paolo Dallimonti