Regia: James Foley
Attori: Edward Burns, Rachel Weisz, Andy Garcia, Dustin Hoffman
Sceneggiatura: Doug Jung; Montaggio:Stuart Levy; Fotografia: Juan Ruiz Anchia; Musiche: Christophe Beck

Trama:
Jake Vig e la sua banda truffano per sbaglio un boss della mafia e per tentare di risarcirlo accettano di architettare una mega-truffa ad un boss rivale. Dopo aver calcolato tutto nei minimi dettagli, però, le cose sembrano non andare come previsto…

Un noir senza troppe pistole, ben dipinto sulla pellicola, ironico e intricato.
Confidence è un bell’esemplare di cinema manierista, dove i canoni tradizionali del genere vengono amalgamati in una miscela uniforme e classica, che lo renderebbe un film anonimo se non fosse stravolto qua e la’ da piccoli tocchi. Pennellate prese in prestito da altri film, altri generi, quasi il segreto di una buona zuppa fosse il miscuglio selvaggio di ingredienti e non l’accostamento premeditato dei loro sapori. Piace la caratterizzazione del boss maniaco tratteggiato da Dustin Hoffman, un po’ meno l’auto-sberleffo del genere nelle sequenze di raccordo dei fatti raccontati; gioca sporco Foley quando per un attimo suggerisce la presa diretta alla luce del sole, per poi ripiombare nelle ovattate luci soffuse degli interni.
Tra flashback, dissolvenze, una ingannevole narrazione pseudo-soggettiva e frecciatine alla scaramanzia, vige una certa armonia d’equilibrio, una fluidità che scorre al di sopra di una eterogeneità di fondo. Ma scavando in profondo non c’ è sostanza, manca uno scheletro semantico che tenga insieme scelte visive e scritturali appartenenti a famiglie diverse.
Dietro la piacevole superficie noir e l’intrigo ben sviluppato, il film sembra tastare al buio senza scopo, nel tentativo di affrancarsi dal genere in cui è imprigionato, cercando una originalità che finisce invece per cozzare contro la contaminazione fine a se stessa.

Francesco Rivelli