Scheda film
Titolo originale: Lauf junge lauf
Regia: Pepe Danquart
Soggetto: tratto dal romanzo omonimo di Uri Orlev ispirato alla storia vera di Yoram Fridman
Sceneggiatura: Heinrich Hadding
Fotografia: Daniel Gottschalk
Montaggio: Richard Marizy
Scenografie: Matthias Müsse
Costumi: Gioia Raspé
Musiche: Stéphane Moucha
Suono: Frank Heidbrink
Germania/Francia, 2013 – Drammatico/Biografico/Guerra – Durata: 112′
Cast: Andrzej Tkaczz, Jeanette Hain, Rainer Bock, Itay Tiran, Katarzyna Bargielowska
Uscita: solo 26, 27 e 28 gennaio 2015
Distribuzione: Lucky Red

La corsa dell’innnocente
Nel pieno della seconda guerra mondiale, sotto ad un ponte, con i nazisti alle calcagna, il padre intima al piccolo Skrulik (Andrzej Tkaczz) di fuggire e di non dire a nessuno di essere ebreo, ma, allo stesso tempo, di non dimenticarlo mai. È il folgorante inizio di Corri ragazzo corri di Pepe Danquart (che ritornerà poi nel corso della narrazione in maniera più completa e drammatica), brillante ed emozionante film ispirato alla storia vera di Yoram Fridman e basato sul bestseller omonimo dello scrittore israeliano Uri Orlev.
Così il ragazzino, che assumerà il nome di Jurek, ossia quello del ragazzo più antipatico del quartiere, ed il cognome Staniak, ovvero quello della signora del negozio di dolci dove trovava sempre conforto e rifugio, scapperà senza soluzione di continuità tra boschi e fattorie. Subito gli sarà fondamentale l’aiuto della signora Herman, moglie e madre di partigiani, con cui costruirà la propria identità, imparando la recita del buon cristiano da proporre ai suoi futuri ospiti. Poi, incappando nei nazisti, ma riuscendo abilmente a fuggire, approderà in una fattoria dove in un incidente perderà un braccio. Ricoverato, dapprima non operato poiché ebreo, poi salvato da un medico più coscienzioso e quindi riabilitato, di nuovo in fuga troverà definitivo rifugio presso una famiglia polacca. La pace per Skrulik/Jurek non sembra arrivare neanche con la fine della guerra: l’orfanotrofio di Varsavia viene a cercarlo per trovare qualche rimanenza della sua famiglia. Ma il piccolo è ormai stanco…
Richiamando lontanamente alla memoria Jona che visse nella balena di Roberto Faenza ed incrociando inconsapevolmente il film di Sergio Sollima Corri uomo corri datato 1968 ed il brano “Sogna ragazzo sogna” di Roberto Vecchioni del 1999, Corri ragazzo corri è l’ennesima, sempre necessaria testimonianza della Shoah, ma pure un avvincente romanzo di formazione, un “Oliver Twist” in salsa nazi in cui il cattivo Fagin è sostituito dalle armate tedesche agli ordini di Hitler. Reso ancora più interessante dall’essere tratto da un’incredibile storia vera, la pellicola di Pepe Danquart (autore di documentari e del dimenticabilissimo horror Semana santa del 2002), è una riflessione sulla crescita e la contemporanea, vitale perdita d’identità, ma è anche il racconto della silenziosa mole di contadini che, a proprio rischio e pericolo più o meno consistente, si offrirono in quegli anni per salvare anime innocenti come il piccolo protagonista.
La progressiva perdita di identità di Skrulik/Jurek/Yoram coincide anche ad un certo punto con quello dell’integrità, nel momento in cui nelle molteplici fughe viene menomato da un incidente che lo priva di un braccio.
Con Corri ragazzo corri si ride e si piange, ci si emoziona e ci si coinvolge, facendo il tifo per una storia che presumibilmente è finita bene, un po’ come per l’eroe di una storia seriale che, pur se in difficoltà, sappiamo non potrà mai morire. E quando nel finale vediamo quell’anziano signore giocare coi nipoti sulla spiaggia, il vero Yoram, abbiamo un superfluo ma irrinunciabile tuffo al cuore: già lo sapevamo, certo, ma era tutto vero.

Voto: 7

Paolo Dallimonti