Scheda film
ULTRACORPO
Regia: Michele Pastrello
Cast: Diego Pagotto, Felice C. Ferrara, Guido Laurjni, Elisa Straforini, Dimitri Da Dalt
Produzione: Michele Pastrello
Paese: Italia, 2011
Durata: 29 min.
Genere: Thriller, Horror
Sceneggiatura: Michele Pastrello
Fotografia: Mirco Sgarzi
Montaggio: Michele Pastrello
Suono: Daniele Serio
Computer Graphic: Alberto Vazzola
Trucco: Nadia Dal Sala
Scheda film
PATHOS
Regia: Dennis Cabella, Marcello Ercole, Fabio Prati
Cast: Fabio Prati, Grant Mountjoy, Daniele Gatti, Silvia Quarantini, Giorgio Viaro
Produzione: Illusion
Paese: Italia, 2009
Durata: 17 minuti
Genere: Fantascienza
Soggetto e Sceneggiatura: Dennis Cabella, Marcello Ercole, Fabio Prati
Fotografia: Dennis Cabella, Marcello Ercole, Fabio Prati
Montaggio: Dennis Cabella, Marcello Ercole, Fabio Prati
Effetti Speciali: Illusion
Make-Up: Lidia Minì
Set Props: Fabrizio Canu Creative Workshop
Voci: Roberto Pedicini, Claudia Ferri, Edoardo Stoppacciaro
Scheda film
LA CITTÀ NEL CIELO
Regia: Giacomo Cimini
Cast: Valentina Izumi, Massimo Triggiani, Stefano Fresi, Taiyo Yamanouchi
Paese: Italia, 2009
Durata: 27 minuti
Genere: Fantascienza
Sceneggiatura: Leonardo Rizzi & Giacomo Cimini
Montaggio: Kerry O’Brien
Fotografia: Gareth Munden
Musica: Dimitri Scarlatto
Produttori: Giacomo Cimini, Kerry O’Brien, Gareth Munden
Produttori associati: Cristina Giubetti, Rob Watkins, Giulio Cimini, Claudio Lamperti
Scenografia & SFX: Davide Chiesa & Roberto Papi
VFX: Gianfranco Sgura – The-Shift
Uscita: 24 febbraio 2012
Distribuzione: Distribuzione Indipendente
Sale: 5
Piccola fantascienza
La mai troppo lodata Distribuzione Indipendente, vera sorpresa di questa stagione cinematografica, azzarda il lancio nel proprio circuito di sale del primo di una serie di pacchetti di cortometraggi tematici. Particolarmente attenta nel suo catalogo al cinema horror/fantastico, affida il debutto dell’iniziativa proprio a questo genere, con tre film neanche troppo brevi, della durata di quasi mezzora ciascuno, che presentano curiosamente altrettante storie di identità e mondi in crisi.
Il primo è Ultracorpo di Michele Pastrello, di cui si è molto parlato per le accuse, assolutamente ingiuste ed inappropriate, di omofobia. È la storia del giovane Umberto (Diego Pagotto), che ha rapporti con le donne non proprio normali (solo, ricorre a prostitute e si masturba davanti alla TV), il quale, per arrotondare, viene mandato da un amico a casa di un ragazzo (Felice Ferrara), noto per la sua omosessualità, per un piccolo lavoro da idraulico. Profondamente disgustato nei confronti degli omosessuali, dovrà invece resistere alle pulsioni che l’ambiguo ospite susciterà in lui, risvegliando pensieri sepolti da anni, portandolo ad una tragica risoluzione.
Chiuso sui titoli di coda da estratti di giornali che fanno riferimento proprio ad atti violenti nei confronti dei gay, Ultracorpo vuole mostrare proprio l’orrore tangibile di ogni omofobo, ossia la paura di ritrovare nel proprio profondo tendenze omosessuali. Così, come gli ultracorpi dell’invasione del film di Don Siegel, il ricordo di un’infanzia gestita da una madre troppo autoritaria si risvegliano e popolano di incubi la mente del protagonista – il più significativo è la metaforica messinscena che l’omosessualità sgorghi dalla bocca dell’antagonista come un serpente (tentatore) insinuandosi nella sua – che, in un’ennesimo impeto qualunquista, alla fine non ha di meglio da dire che, in fondo, lui era venuto lì solo per riparare il lavandino.
L’unico appunto a Pastrello è che, contrariamente a molti, con la sua abilità dietro la macchina da presa e l’idea di partenza davvero folgorante, forte di qualche soldo in più avrebbe potuto allungare con meno ellissi ed un po’ più di carne al fuoco il suo film fino a poco più di un’ora, facendone un dignitoso lungo. Intanto ha già dato al web il suo nuovo lavoro, Inhumane resources.
Segue Pathos del trio Dennis Cabella, Marcello Ercole e Fabio Prati, ambientato in un futuro imprecisato in cui la razza umana a causa del forte inquinamento atmosferico è costretta a vivere segregata in ambienti chiusi, cercando di vivere una vita alternativa grazie ad un programma avveniristico chiamato appunto Pathos. Ma il protagonista incontrerà non poche difficoltà nell’interagirvi, provocando la progressiva e drammatica disattivazione dei propri cinque sensi. Il più breve del terzetto, questo corto, realizzato con il totale apporto del blue-screen, non sembra nemmeno girato in Italia e richiama alla mente Matrix, ma anche le incursioni nella fantascienza del duo Jenuet & Caro, sia in coppia che da soli. In un futuro senza speranze, anche il surrogato di una felicità elettronica sembra essere l’ennesimo miraggio ed il sorriso a trentadue denti dell’automa che compare sullo schermo nell’ultima inquadratura più che rassicurare richiama alla mente in maniera agghiacciante quelli di plastica dell’ultimo Presidente del Consiglio eletto dagli italiani. Quanto sarà poi lontano questo futuro?
A chiudere è La città nel cielo di Giacomo Cimini, promessa del nostro cinema (di genere) sempre annunciata, ma mai mantenuta, che qui sembra ripetere lo schema della sua carriera. Saggio di un corso seguito dal regista presso la London Film School, presentato anche alla Mostra del Cinema di Venezia 2009, il breve film mette in scena il mondo del XXI secolo devastato anche qui dall’inquinamento in cui il giovane Quinto (Massimo Triggiani) fugge con una borsa piena di soldi dal suo stesso padrone inseguendo la leggendaria e misteriosa “Città nel Cielo” nella quale potrebbe trovarsi una nuova speranza. Rifugiatosi in uno strano albergo, incontra un androide femmina, AI (Valentina Izumi), programmata per fornire piacere sessuale, ma che a causa di un guasto si rifiuta e per questo dovrà essere disattivata. La sorte di entrambi sembra essere in procinto di cambiare, ma il destino è sempre in agguato…
In un impianto da fantascienza italiana di oltre trent’anni fa (il pensiero va a Fuga dal paradiso di Ettore Pasculli), ma migliorato dagli effetti digitali, soprattutto per quanto riguarda l’elemento scenografico, la storia riecheggia quella di Blade runner (e nel titolo richiama inevitabilmente Il castello nel cielo di Miyazaki), scarseggiando per originalità, e mette in scena cinque personaggi che rifiutano il loro status: Quinto è un clone (il nome è ovviamente il numero di serie) in cerca di vita e riscatto; AI non vuole fare ciò per cui è stata progettata, reclamando un’altra esistenza; la proprietaria dell’hotel (Stefano Fresi) è un transessuale che naturalmente non accetta la propria sessualità; suo figlio (Taiyo Yamanouchi) è un tossicodipendente che si sballa con una strana droga tecnologica pur di fuggire da un mondo disastrato; il padrone di Quinto (sempre Triggiani), sfrutta i suoi cloni per fuggire l’invecchiamento.
Il film, pur divertente ed affascinante per quel quid di fantascienza comunque povera e – sottolineiamo – realizzato fuori dall’Italia, ossia in Inghilterra, rimane però nulla più di un esercizio di stile, confermando ancora una volta l’ambizioso talento del pervicace Cimini, che continua a realizzare trailer di film – si pensi al precedente progetto Ares Genesis ed all’ulteriore e grandioso Bleak sea, girato lontano dalla propria patria ingrata – nella fervida speranza che qualcuno lo aiuti a produrli.
RARO perché… il cinema di genere non ha più diritto di cittadinanza nel nostro paese, figuriamoci sotto forma di bistrattati cortometraggi!
Note: questo pacchetto è anche visibile a pagamento sul sito www.ownair.it. Per i più autarchici, ove disponibile, cliccando qui il titolo di ogni corto è possibile vederlo gratuitamente.
Voto: * * *½
Paolo Dallimonti