Il teatro e il cinema spesso si nascondono e si intersecano l’un l’altro, soprattutto, nell’ambito della cinematografia italiana e Cose da pazzi è proprio l’esempio di questo presupposto. La pellicola, la sesta che vede Salemme nel ruolo di regista e attore, nasce proprio da una piecè teatrale scritta nell’89 al tempo del crollo del comunismo e portata in scena con il titolo Lo strano caso di Felice C., quel Felice C. che attraverso mille travestimenti cercherà di controllare la famiglia di Giuseppe Cocuzza, modesto funzionario statale con moglie e figlia, il quale al ritorno dalle vacanze estive vedrà recapitarsi mensilmente, pacchetti dalla provenienza, sconosciuta contenenti 50 mila euro. La commedia si sviluppa tra equivoci e gag che sono magistralmente sviluppati dal cast ormai collaudato e che riesce a presentare quei meccanismi comici tipici della commedia dell’arte e dell’avanspettacolo. Buona anche la regia che mantiene il suo sguardo teatrale ciò che manca è forse la credibilità degli spunti, nel complesso la pellicola si presenta scorrevole e gradevole, da evidenziare il monologo di Salemme – Felice C. a metà pellicola, davvero un buona prova attoriale. Da vedere se ci si vuole ricavare una pausa nello stress quotidiano.

Valentina Castellani