Scheda film
Regia e Sceneggiatura: David Cronenberg
Soggetto: dal romanzo “Crash” di J.G. Ballard
Fotografia: Peter Suschitzky
Montaggio: Ronald Sanders
Scenografie: Carol Spier
Costumi: Denise Cronenberg
Musiche: Howard Shore
Canada/G.B., 1996 – Drammatico/Horror – Durata: 100′
Cast: James Spader, Holly Hunter, Elias Koteas, Deborah (Kara) Hunger, Rosanna Arquette, Peter MacNeill, Yolane Julian
Uscita: 15 novembre 1996
Distribuzione: Filmauro
La strada del regista canadese …
La strada del regista canadese è sempre stata orientata alla filosofia della mutazione, al gioco delle parti, alla variazione delle posizioni dei personaggi all’interno della trama, sempre magistralmente analizzati nella loro dimensione psicologica più recondita e profonda.
In “Crash” Cronenberg esplora uomo e macchina fino ad arrivare a farli congiungere quasi carnalmente. La mutazione qui diventa ancestrale, origine della relazione che a partire dalla rivoluzione industriale ha legato indissolubilmente l’essere umano a ciò che da trecento anni fa andare avanti il mondo, e che oggi, con la tecnologia, diventa una realtà proiettata verso il futuro. La sceneggiatura, tratta da un romanzo di J.G.Ballard, è il trampolino di lancio per questo viaggio visionario e, allo stesso tempo, incubo. James Ballard, l’attore James Spader, è coinvolto in un incidente che lo conduce vicino alla morte. Durante lo sciagurato evento, un medico coinvolto nel disastro decede, e Ballard inizia una relazione con la moglie del dottore, una fredda Holly Hunter, con la quale si perde in un viscerale culto dei “car-crash” incontrando persone che si immergono nell’unione con le automobili fino a fondersi con esse, con il dolore che ne comporta. E’ un viaggio senza soluzione dove le forti emozioni sono bandite se non quelle con il ferro che corre sulle strade, nirvana assoluto e grande attrazione.
La fusione, con il mezzo inventato da Henry Ford, è il puro orgasmo di tutti coloro che vivono questa storia, che fra cicatrici, sensuali e orribili allo stesso tempo, non riescono a non farsi attrarre dalla commistione della carne con quella del macchinario.
Dopo le esplorazioni delle mutazioni più incredibili ma anche più vicine alla nostra vita, una su tutte quella di “Inseparabili” con il doppio Jeremy Irons, i colori viola, blu e nero, cadono sullo schermo come cubetti di ghiaccio, e Cronenberg non esita a descrivere il sottile piacere dell’unione su ciò che è caldo, vivo e pensante come un essere umano, e un corpo gelido e grigio come il metallo che diventa rovente solo per l’incontro con un altra superficie, come se lo stridiio del contatto fosse un urlo di piacere non controllato.
Amore e morte si incontrano e si congiungono in una cosa sola come due automobili in uno scontro frontale, e l’impatto delle lamiere è come il contatto della pelle fra due corpi.
Chi ama il regista potrà apprezzare in tutti i suoi aspetti il suo modus cogitandi , anche se in una forma complessa e scomoda, chi non ha mai visto un suo film si troverà spiazzato davanti ad un film gelido e fastidioso che non ha emozioni se non quella cerebralmente espressa dai personaggi coinvolti. Ghiaccio allo stato puro.
Mattia Nicoletti
#IMG#Amante dell’erotismo …
Amante dell’erotismo e degli scambi di coppia, il regista James Ballard ha un incidente grave in macchina: guarisce e desidera provare emozioni forti dentro la carlinga delle automobili. Coinvolge la disponibile consorte, la donna che ha reso vedova nello scontro quasi mortale e un presentatore che ama ricreare veramente – e non simulare – i crash-car di celebri divi. Cronenberg fa di James G. Ballard (autore, nel 1973, del libro da cui il film è tratto) il protagonista e, con coerenza implacabile, mostra le degenerazioni di un mondo dove l’auto è diventato feticcio e addirittura alcova di un amore impossibile. Arti meccanici, sesso malato, fantasie morbose, il tamponamento come paraninfo dell’atto anale e amalgama di eros e thanatos: forse mai Cronenberg ha osato tanto, e infatti il film ha dato molto scandalo fin dalla sua presentazione a Cannes, ma la glaciale ironia che lo ricopre e l’assenza di voyeurismo lo rendono uno dei film più sensuali e pornograficamente sexy che siano mai stati fatti, anche grazie a un cast perfetto (Spader, faccia alla Christopher Walken, è convincente, ma la rivelazione è la conturbante Unger, protagonista delle scene che regalano maggiori brividi). Sicuramente un Cronenberg all’altezza della sua fama. Koteas, per immedesimarsi nella parte, ha percorso da solo in auto cinquemila chilometri, da Los Angeles a Toronto in Canada – città natale del regista dove il film è stato anche girato.
Voto: * * *
Roberto Donati