Circa un anno e mezzo fa mi innamorai, per un breve periodo, di Carol Gerber, la co-protagonista di “Cuori in Atlantide”, il libro di S. King. Il film con lo stesso nome, purtroppo, si concentra soprattutto sul rapporto tra il protagonista, Bobby, e l’ospite del piano di sopra, il misterioso Mr. Brautigan, un ottimo Antony Hopkins senza alcun odore di zolfo addosso, ma paterno e low-middle-class quanto deve essere per corrispondere al personaggio del romanzo. L’ambiente di una piccola citta’ americana degli anni ’50 e’ reso bene, la madre di Bobby, (Hope Davis, molto adatta alla parte) e’ una strega ipocrita ma non priva di lati buoni, i low men sono identificati con degli agenti dell’FBI. Inoltre solo il primo pannello della vicenda vien filmato, e Carol realizza la sua parte migliore successivamente. Peccato, pero’. Quello che rimane e’ un buon film, un po’ elegiaco, per niente terrorizzante, sul tono di canzoni come “The way we were”. I ragazzini sono A. Yelchin e M. Boorem, bravi come sempre sono i ragazzini al cinema.
CN