Stranissimo film che vira tra la parodia, lo sketch e il western che ha fatto storcere il naso ai cinefili integralisti, ed esaltare gli appassionati e i critici piu recettivi per le sperimentazioni. Questo ultimo film dal sapore buffo e odissea dai fratelli Zellner – David e Nathan – è bello da guardare, scherza con i temi del cinemai di genere e mostra Robert Pattinson in una nuova luce favorevole.
Le cadenze comiche lente della scena d’apertura creano grandi aspettative. Seduto lungo una strada nel mezzo di un canyon di roccia rossa incredibilmente desolata (in realtà la Valle dei Goblin dell’Utah), un giovane uomo e un vecchio aspettano pazientemente che le diligenze vengano a prenderle in diverse direzioni.
Il vecchio, un predicatore, che è tornato a est, dice che ha cercato di convertire i nativi al cristianesimo, ma loro non sono interessati. Il giovane, naturalmente, sta andando verso ovest e chiede al veterano delle diverse tribù che ha incontrato. La conversazione è stimolata da pause e ogni parola è pesata. Poi qualcosa di inaspettato accade all’improvviso che, nel suo modo insolito, prepara la scena per alcune delle ulteriori stranezze che verranno.
C’è un omaggio alle Western Forty Guns di Sam Fuller del 1957.
Dopo tutti i dettagli piccanti e le disarmanti distrazioni del setting iniziale, c’è una certa delusione per le variazioni di ritmo, per alcuni, anche se a nostro giudizio è proprio questo il pregio del film. Pur essendo fiero e abilmente autoprotettivo, Penelope è un personaggio talmente unico che c’è ben poco che la Wasikowska possa fare per ampliarlo. Ancora più sfortunato è il fannullone e, in definitiva, noioso Parson Henry.
I fratelli hanno chiaramente un’affinità per il genere e per come giocare con alcuni dei suoi topoi. Tutte le località sono fantastiche, in particolare alcune località balneari dell’Oregon. Particolarmente bella la musica una combinazione elettrizzata di banjo, violino, chitarra e flauto.

Vito Casale