Scheda film

Regia: Whit Stillman
Soggetto: Whit Stillman
Sceneggiatura: Whit Stillman
Fotografia: Doug Emmett
Montaggio: Andrew Hafitz
Scenografie: Elizabeth J. Jones
Costumi: Ciera Wells
Musiche: Mark Suozzo
USA, 2011 – Commedia – Durata: 100′
Cast: Greta Gerwig, Analeigh Tipton, Carrie MacLemore, Megalyn Echikunwoke, Adam Brody, Hugo Becker, Ryan Metcalf, Billy Magnussen
Uscita: 1 agosto 2012
Distribuzione: Warner Bros Distribution

Sale: 4

 Ode allo sfigato

Un gruppo di studentesse gestisce un comitato di prevenzione suicidi all’interno del college, offrendo supporto psicologico e promuovendo uno stile di vita all’insegna dell’autostima, della cura del proprio aspetto, dell’igiene, del profumo (“Un sapone può cambiarti la vita!” sostengono fieramente): malgrado l’ordine maniacale e ossessivo con cui le ragazze gestiscono la propria vita l’inevitabile confronto con i sentimenti metterà a dura prova le loro convinzioni.
Damsels in Distress, film di chiusura di Venezia68 dove è stato presentato fuori concorso, porta sullo schermo una vastissima gamma di personaggi border-line, dando vita a una finestra sulla dissociazione e la bizzarria attraverso i classici espedienti del college movie e attingendo copiosamente al repertorio stilistico e formale della tradizione trasognata, dolce-amara e irriverente dell’indie statunitense: Whit Stillman a tredici anni da The Last Days of Disco torna a dedicarsi alle dinamiche giovanili – e più specificatamente femminili – con un’incursione nella vita collegiale che trae la propria linfa vitale dal brulicante e affollato universo delle confraternite universitarie, gremite di giovanotti né brutti né belli, quasi sempre non esattamente brillanti e fondamentalmente ben inscrivibili nella poco meritoria categoria degli “sfigati”.
Con una confezione estetica piacevolmente curata e affinata nel dettaglio – dalla scelta capillare della colonna sonora alla fotografia, morbidamente declinata nei toni pastello – Damsels in Distress è una commedia spigliata che cristallizza la mediocrità e la dissociazione, trasformando delle studentesse dai modi affettati e dalle manie compulsive in eroine contemporanee, tanto impegnate nella lotta contro la decadenza dei costumi quanto affascinate e succubi dei cliché: svicolando fra bizzarria e ordinarietà, attraverso il percorso di crescita delle protagoniste e dei buffi personaggi che costellano la loro vita Whit Stillman strizza l’occhio ai classici gruppetti di teenager tanto graziose quanto perfide e ne rielabora lo stereotipo portando sullo schermo un quartetto atipico che fra numeri di tip-tap, suggestioni vintage e ciambelle cerca di dare un senso alla realtà universitaria e di trovare la propria dimensione. Il gioco del regista in effetti sembra proprio quello di cogliere l’essenza dei suoi modelli di riferimento e divertirsi a sovvertirli, facendo leva soprattutto sulla sensazione di straniamento facilmente ricavabile grazie all’atmosfera ovattata nella quale è immersa la pellicola: con dialoghi spesso piuttosto ampollosi dove non mancano riferimenti (letterari e non solo) che conferiscono al film un’aggraziata patina volutamente snob, Damsels in Distress fatica un po’ nella gestione del ritmo, adagiandosi talvolta su lungaggini e rallentamenti eccessivi, e Stillman non sempre sembra avere chiaro in mente dove voglia condurre il proprio progetto.
Da Greta Gerwig (brava nel restituire credibilità al delirante personaggio di Violet, la leader del gruppo) ad Analeigh Tipton, da Adam Brody a Carry MacLemore al suo esordio al cinema, l’intero cast rappresenta un buon punto di forza del film, che sa affrontare con leggerezza e irriverenza grottesca anche gli aspetti più “tragici” della storia: con un approccio narrativo che pare occhieggiare all’esperienza di Noah Baumbach e Wes Anderson, Stillman si lascia alle spalle quegli anni ’80 che tanto peso hanno avuto nei suoi lavori precedenti e si fa travolgere dai convincimenti e dalle fragilità del nuovo millennio, per la verità non troppo diversi da quelli di qualche decennio fa.
Crolli psicologici e squilibri vari sono il terreno di partenza da cui prende le mosse Damsels in Distress, caricatura della contemporaneità stressata e stressante, ritratto divertito dell’eterno scontro post-adolescenziale fra innocenza, presunta autorevolezza e profonda impreparazione dei confronti degli eventi della vita: senza paternalismi o leziosità Stillman fotografa l’eccentricità e la stramberia con piglio gradevole e imperfetto, e pur mancando forse di autentica incisività racconta con brio il sogno rivoluzionario di un manipolo di ragazze confuse e fondamentalmente disturbate che si destreggiano fra il lancio di un nuovo ballo di gruppo e l’ennesimo ritrovo dei circoli studenteschi.
RARO perché… è un film raffinato, ma che spesso non sa dove vuole andare a parare.

Voto: ***

Priscilla Caporro