Adattato Hotel Europa di Bernard-Henri Levy, Tanović (Orso d’oro a Berlino nel 2013) trasforma il monologo raccontato da un ospite VIP francese (interpretato da Jacques Weber) per l’anniversario dell’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando, in un dramma esplosivo presso l’Hotel Europa. Il Manager dell’hotel Omer (Izudin Bajrović) è in difficoltà causa debiti da gioco d’azzardo e cerca di mantenere l’hotel in funzione mentre i lavoratori scioperano.
I tentativi di Omer di controllare i suoi operai diventano sempre più brutali. Nel frattempo, un reporter TV è di stanza sul tetto, conducendo interviste sull’anniversario dell’assassinio: Una delle persone intervistate è il discendente e omonimo del 1914 dell’assassino, Gavrilo Princip. L’assassino del Principe Ferdinando d’Austria, che diede inizio all'”inutile strage” della Prima Guerra Mondiale. Tuttora irrisolto il tema a Sarajevo, come dimostra al continua distruzione e ricostruzione di monumenti per festeggiare questo personaggio noto della storia. Terrorista o eroe?? domande dalla difficile risposta.
Spinto da escalation verso la catastrofe inevitabile, il film ci fa viaggiare per la hall e per l’hotel, con corridoio infiniti e una triste lavanderia a contorno…..c’è un netto contrasto tra la facciata pulita e glamour della struttura e il funzionamento interno sporco.
La resistenza di Lamija allo sciopero si spiega con le sue evidenti aspirazioni di carriera, mentre si afferma la sua autorità sui colleghi
Il dibattito sul tetto storico / politico fornisce il contesto e l’opportunità per domande provocatorie come; se Princip fosse vivo oggi, chi avrebbe assassinato? Mentre la parte del monologo di Weber il francese “Perché ricordare Shoah se non impedisce di Srebrenica?” dimostrano l’impegno appassionato di Tanovic, che cerca di mettere in relazione la guerra in Bosnia con la politica contemporanea.
L’odio etnico sembra tutt’altro che sparito dal paese, anche dopo secoli ed è solo sopito e pronto ad esplodere da unmomento all’altro. La bella facciata in sostanza ha poco a vedere con lo sporco dell’interno….
Il grande successo del film, premiato a Berlino 2016, è dovuto alla semplicità con cui Tanović gestisce il destino sfortunato di Lamija la dipendente coinvolta suo malgrado nelle lotte sindacali e nei debiti dei manager, che esprime l’umanesimo che il regista ha così accuratamente mostrato nei suoi lavori precedenti.
7,5
Vito Casale