Scheda film

Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Michele Picchi
Fotografia: Duccio Cimatti
Montaggio: Vittorio Torre
Scenografie: Roberta Amodio
Costumi: Francesca Apostolico e Antonio Di Dio
Suono: Lorenzo Corvi
Italia, 2013 – Commedia – Durata: 87′
Cast: Giorgio Pasotti, Valeria Ghignone, Valentina Beotti, Angela Antonini, Tatiana Lepore, Ninni Bruschetta, Danila Stalteri
Uscita: 8 maggio 2014
Distribuzione: Cydia srl

Sale:

 Ritratto d’artista

Lupo (Giorgio Pasotti) è un pittore in attesa di sfondare nel mondo dell’arte. Nel frattempo, anche in cerca di ispirazione, dalle finestre della sua casa nel centro di Roma si impiccia degli affari degli altri e quando – raramente – esce si dà da fare come latin-lover, arrivando perfino a corteggiare avvenenti quanto poco disposte suore. Insomma, in mezzo ai giochi da bambini con la sua nipotina, Lupo ha “solo” una gran paura di crescere e non riesce affatto a mettere a fuoco la donna della sua vita. Per non parlare della sua creatività, che sembra essersi esaurita da un bel po’…
Sarà perché vive in un’antica dimora nel centro della capitale e per le sue liaisons con donne di alto lignaggio, ma il personaggio principale, eccezion fatta per la zoppia, ricorda molto da vicino lo stesso interpretato da Giorgio Pasotti ne La grande bellezza di Paolo Sorrentino, quello che aveva tutte le chiavi dei grandi palazzi di Roma.
In teoria però per fare un film questo di certo non basterebbe, così come non basterebbe avere l’incondizionata disponibilità come protagonista di un bravo attore (magari ottenuta in cambio di pochi soldi) sul quale imbastire il tutto o quella più limitata di ottimi caratteristi, come Ninni Bruschetta. Per fare un film ci vorrebbero idee (di una certa consistenza), mentre in questo #Diario di un maniaco perbene il vuoto pneumatico tende a farla da padrone. La confezione è anche molto curata, Giorgio Pasotti è molto simpatico – malgrado la sua voce fuoricampo si spenga raramente nel vano tentativo di supplire ad una sceneggiatura praticamente inesistente – e si presta anima e corpo alle (poche) trovate del regista e sceneggiatore Michele Picchi.
Lo scarno materiale narrativo, che sarebbe potuto bastare al massimo per un cortometraggio, qui non regge affatto la distanza del lungo, né bastano a risollevare le sorti alcuni momenti malinconici in cui il male di vivere dell’artista si affaccia a mettere in discussione la prosecuzione della sua stessa esistenza.
Nonostante tutto quanto detto fin qua, Diario di un maniaco perbene scorre davvero gradevolmente in maniera molto veloce pur senza graffiare o lasciare il segno. Può invece essere accettato per quello che è: un piacevole divertissement senza troppe pretese su luci e ombre dell’arte; senza che occorra chiedergli di più.
RARO perché… è un esordio garbato, benché un po’ vacuo.

Voto: 6

Paolo Dallimonti