Scheda film

Regia: Mike Newell
Soggetto: dal libro di Joseph D. Pistone e Richard Woodley
Sceneggiatura: Paul Attanasio
Fotografia: Peter Sova
Montaggio: Jon Gregory
Scenografie: Donald Graham Burt
Costumi: Aude Bronson-Howard e David Robinson
Musiche: Patrick Doyle
Suono: Joel Holland (non accreditato)
USA, 1997 – Drammatico – Durata: 127′
Cast: Al Pacino, Johnny Depp, Michael Madsen, Bruno Kirby, James Russo, Anne Heche, Zejiko Ivanek
Uscita: 3 novembre 1997
Distribuzione: Cecchi Gori

 Clonate Al Pacino

Film pazzesco non tanto per il tema trattato (la vera storia dell’infiltrato Joe Pistone agente FBI) ma per una delle interpretazioni più sconcertanti di Al Pacino. Lefty/Pacino è un soldato della mafia newyorkese, qualcosa in più di soldato ma non comunque un boss. Crede fermamente in tutte le regole non scritte dell’organizzazione, che arriva a chiamare “regolamento”, aspetta il giorno in cui sarà promosso, ma intanto deve ingoiare quintali di merda. Merda che proviene dall’arroganza dei capi decina e dei nuovi affiliati giovani e bastardi. Così quando compare Donnie Brasco, “Donnie il gioielliere”, Lefty ha la sua grande occasione. In lui rivede quel figlio che ha ma che in fondo disprezza, abulico eroinomane, da forgiare e indottrinare come un vero uomo d’onore. I dialoghi in macchina – in giro per i ponti di New-York – sono a tratti esileranti. Lefty insulta e stramaledice Sonny Black ma quando si azzarda a farlo anche Donnie lo rimprovera aspramente. “No Donnie, non puoi dire questo, solo un uomo d’onore può parlar male di un suo pari”. E di fatto il vero protagonista mattatore assoluto è Lefty, sgraziato e sottomesso, cinico e infarcito di pregiudizi ma trasfigurato in un vero mafioso italoamericano come forse mai si è visto al cinema.
Johnny Depp è convincente, a parte una certa fissità dell’espressione che è tipica dell’attore è comunque ben calato nella parte e non va sopra le righe. “Io non sono come loro” – urla alla moglie dalla quale sta per separarsi, “Io sono uno di loro”. Depp ci fa capire quanto sia atroce il mestiere dell’infiltrato, in perenne oscillazione tra la vita e la morte, in attesa di probabili esecuzioni immersi in una schizzofrenia tra il marito e il padre che si era e il delinquente che si è.
Micheal Madsen infine, Sonny Black, aspirante boss e capo-quartiere. Utilizzando la notevole fisicità e l’espressione amorale impietosa rende ulteriore credibilità al vivaio criminoso organizzato.
Ne sono stati fatti diversi di film sulla macro-criminalità italiana negli States, alcuni per certi aspetti anche superiori (Quei bravi ragazzi), ma ciò che rimane di Donnie Brasco è un Pacino incommensurabile. Pochissimi riescono ad essere sul serio qualcun altro. A destrutturarsi per inghiottire l’ego esterno del personaggio. Pacino si. Pacino diventa Ricki Roma (Americani) agente immobiliare mellifluo e incantatore, traditore di amici e di clienti. Pacino diventa John Milton Lucifero ne L’avvocato del diavolo (1997) reincarnandosi in un Satana moderno del Paradiso perduto. Il giovane avvocato Loomax (Keanou Reevees) ne resterà sconvolto per sempre. Pacino diventa ed è Micheal Corleone (Il Padrino I, II e III) giovane brillante ufficiale nel primo. Zoombie spietato capomafia nel secondo. Diplomatico e moderato nel terzo. Tutti portano in ogni ruolo alcune caratteristiche che non cambiano mai, alcuni tic, ma Pacino lo fa meno di tutti gli altri. Per questo rappresenta un capitolo a parte del cinema mondiale. Soprattutto per questo va visto – e rivisto – attentamente Donnie Brasco. 

Voto: 8

Claudio Bacchi