Scheda film

Regia: Gary Shore
Soggetto: su personaggi creati da Bram Stoker
Sceneggiatura: Matt Sazama e Burk Sharpless
Fotografia: John Schwartzman
Montaggio: Richard Pearson
Scenografie: François Audouy
Costumi: Ngila Dickson
Musiche: Ramin Djawadi
Suono: Mervin Moore
USA, 2014 – Fantasy – Durata: 92′
Cast: Luke Evans, Dominic Cooper, Charles Dance, Sarah Gadon, Art Parkinson, Samantha Barks
Uscita: 30 ottobre 2014
Distribuzione: Universal Pictures

C’è del marcio in Transilvania, almeno secondo gli sceneggiatori Matt Sazama e Burk Sharpless, che hanno perpetrato questo Dracula Untold fondendo storia, mito e cinecomics, con molta disinvoltura e altrettanta irresponsabilità. Ne è passata di acqua sotto i ponti dai tempi del pionieristico Alla Ricerca di Dracula (1972) di Florescu e McNally, che analizzarono minuziosamente le fonti di Bram Stoker, mettendosi per primi sulle tracce di Vlad III di Valacchia. Oramai anche il Dracula storico è entrato a far parte dell’immaginario collettivo, e se in Romania è considerato un baluardo della Cristianità contro l’Impero Ottomano, un eroe nazionale a cui sono stati dedicati “biopic” più o meno attendibili (i due Vlad Tepes di Mircea Mohor e Dumitru Fernoaga), in Italia si rimane fedeli alla leggenda nera del personaggio, illudendosi persino di rintracciare la sua tomba in quel di Napoli, dove l’Impalatore sarà forse andato a svernare in un improbabile “Grand Tour” ante litteram.
Purtroppo anche Vlad Tepes cade vittima della nuova febbre revisionista che ha contagiato Hollywood (vedi Maleficent), la quale consiste nel prendere personaggi tradizionalmente malvagi, come appunto la Malefica de La Bella Addormentata nel bosco o Dracula, e trasformarli in innocue figurine di cartapesta, togliendo allo spettatore il brivido di ritrovarsi al cospetto di un “villain” come Dio comanda. Dal demoniaco al ridicolo, però, il passo è breve. Dimenticate le amene storielle folkloristiche imbastite dai libellisti tedeschi del XV secolo sulle atrocità del Voivoda, il Dracula dell’esordiente Gary Shore è un buon padre di famiglia e un marito fedele, sinceramente angustiato per la sorte del suo popolo, vessato dalle esorbitanti richieste di tributi da parte della Sublime Porta. Quando Maometto II pretenderà 1000 giovani per rafforzare le proprie armate, tra i quali è compreso Ingeras, figlio di Vlad, egli deciderà di opporsi suscitando le ire del Sultano. Consapevole di ritrovarsi in netta inferiorità numerica, Vlad si rivolgerà in cerca d’aiuto a un vampiro che abita una caverna, dal quale accetterà di farsi trasformare per acquisire quei poteri sovrannaturali che gli permetteranno di opporsi all’esercito ottomano. Se dopo tre giorni egli avrà resistito alla brama di nutrirsi di sangue, sarà destinato a tornare umano. In caso contrario, sarà dannato e mutato in vampiro per l’eternità.
Come si vede le motivazioni di Vlad sono squisitamente altruistiche, egli sceglie di farsi trasformare in vampiro per salvare la sua gente e la sua famiglia. A parte un tragico errore di prospettiva, che consiste nello strutturare la psicologia di un Voivoda valacco quattrocentesco secondo i valori e i canoni della moralità spicciola del XXI secolo, e qualche svarione storico (l’Assedio di Vienna avverrà mezzo secolo dopo la morte di Vlad…) quello che compromette la riuscita di Dracola Untold è la sua natura ibrida, perennemente indecisa su quale direzione imboccare. Se Dracula è una via di mezzo tra un supereroe della Marvel e un promettente allievo della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, la regia dell’anodino Gary Shore si barcamena tra il 300 di Zack Snyder, il Coppola di riporto (il prologo e la morte di Mirena) e un Peter Jackson di second’ordine, senza riuscire a trovare una cifra personale. Si aggiunga a questo la volontà della Universal di gettare alle ortiche il suo consistente patrimonio teratologico attraverso scialbi “reboot” (il Wolfman di Joe Johnston, Van Helsing di Sommers) senza una sola stilla di sangue, a uso e consumo di un pubblico di teen-ager, e si vedrà come il quadro complessivo non possa essere positivo.
Dignitose le prove di Luke Evans (Lo Hobbit, No One Lives) e Dominic Cooper (The Devil’s Double), mentre una vecchia volpe come Charles Dance sembra godersela un mondo nel ruolo del vampiro centenario. Gli effetti CGI sono invece al minimo sindacale, e gli stormi di pipistrelli che fanno strame di giannizzeri ci fanno rimpiangere i celeberrimi fondi di caffè usati da Dario Argento in una famosa sequenza di Phenomena. Soddisfacente se non altro sul versante paesaggistico, Dracula Untold è stato girato in Irlanda del Nord, un evento che avrà presumibilmente disturbato le spoglie dell’irlandese Bram Stoker.

Voto: 5

Nicola Picchi

#IMG#Il re Vlad governa con buon senso, ma non è libero perché deve sottostare ai dettami del sultano ottomano. Un giorno, mentre sta esplorando una caverna, scopre un mostro, un vampiro assettato di sangue. Lui e la sua scorta scappano ma nei giorni seguenti, quando il sultano gli chiede un tributo di mille uomini, fra cui suo figlio, per una spedizione militare, Vlad si rifiuta. La forza militare del sultano però è troppo grande e Vlad per poterlo affrontare, decide di ritornare nella caverna per chiedere aiuto al vampiro. Lui gli offre il suo sangue ma lo avverte che ha tre giorni per sconfiggere i nemici e durante tale periodo non dovrà bere sangue umano, altrimenti sarà dannato. Vlad accetta e si lancia contro gli ottomani. Gli basteranno tre giorni per sconfiggerli?

Se c’è un tema abusato nel cinema questo è Dracula. Personaggio quasi mitologico che ha avuto infinite interpretazioni e che spesso ne è uscito bene. Come questa volta, in cui grazie agli effetti speciali e ad un cast convincente, il film è piacevole, nel senso che lo si guarda senza aver voglia di uscire dalla sala per la figura macchiettistica del re vampiro che, invece, sembra un super eroe che acquisisce nuovi poteri per adempiere alla sua missione. I temi del sacrificio, della responsabilità e della lotta del bene contro il male non sono banalizzati, ma contribuiscono a costruire un personaggio in fondo coerente con la sua figura di re vassallo, oppresso da un signore più forte e ingiusto. Non è un “Braveheart” ma non è nemmeno uno sprovveduto che beve sangue infetto per lanciarsi in una crociata impossibile. Alla fine si esce dal cinema con l’idea di aver visto un film dalla solida e coerente narrazione.

Voto: 6 e ½

Fulvio Caporale