Scheda film
Regia: Morgan O’Neill e Ben Nott
Soggetto: Tim Duffy e Morgan O’Neill
Sceneggiatura: Morgan O’Neill
Fotografia: Geoffrey Hall
Montaggio: Marcus D’Arcy
Scenografie: Clayton Jauncey
Costumi: Marriott Kerr
Musiche: Michael Yezerski
Australia, 2013 – Azione/Drammatico – Durata: 120‘
Cast: Sam Worthington, Xavier Samuel, Myles Pollard, Lesley-Ann Brandt, Robyn Malcolm, Sean Keenan, Steve Bastoni
Uscita: 8 agosto 2013
Distribuzione: Koch Media
Onda su onda, il mare mi porterà…
Due fratelli, onde oceaniche e la passione per il surf: è attorno a questi cardini che si articola Drift di Morgan O’Neill e Ben Nott, ispirato alla storia vera delle celeberrime comunità di surfisti nell’Australia rurale a cavallo fra gli anni ’60 e ’70, in quel momento di grande propulsione commerciale e culturale che portò all’affermazione e allo sviluppo di un vero e proprio business legato a uno degli sport acquatici più popolari.
Nella selvaggia costa sud-occidentale della Western Australia due fratelli da sempre condividono la sfrenata passione per il surf che gli fa superare anche le numerose differenze che intercorrono fra loro: Andy, il maggiore, a causa di un infortunio da ragazzino ha dovuto rinunciare all’agonismo su tavola mentre il più piccolo Jimmy ha coltivato nel corso degli anni il suo estro da campione, tra irrequietezza e desiderio di indipendenza. Tutto cambia però quando Andy intuisce che dalla loro passione può prendere vita una seria attività imprenditoriale grazie alla quale superare le difficoltà economiche che da sempre affliggono la loro famiglia.
Simbolo di libertà, di affermazione e al contempo di simbiosi con la natura, la ricerca dell’onda perfetta rappresenta l’occasione per Morgan O’Neill e Ben Nott per raccontare non solo la genesi di un fenomeno su scala mondiale – con la comunità di surfisti in continuo aumento alle latitudini più disparate – ma anche per dare voce a una storia di riscatto e rinascita, esemplificata dalla battaglia portata avanti dai due fratelli per far nascere e sopravvivere la loro piccola attività a dispetto dello scetticismo della burocrazia e degli ostacoli della piccola delinquenza locale.
Le potenziali buone premesse vengono però tradite da uno sviluppo narrativo decisamente poco avvincente, dove è anzi la prevedibilità e il semplicismo a farla da padrone: quello delineato da Drift è soprattutto il ritratto di una famiglia, con i suoi slanci di affetto e le sue frizioni, eppure le relazioni emotive fra i vari personaggi finiscono per essere tratteggiate con schematismo (dal ruolo di JB, il fotografo itinerante interpretato da Sam Worthington alla storia d’amore fra Andy e la surfista hawaiana Lani) e perfino il rapporto fra i due fratelli – a dispetto della centralità del confronto/scontro fra i due protagonisti assoluti – appare decisamente poco tridimensionale. Se quindi il volto più umano della narrazione finisce per non essere opportunamente valorizzato, anche la contestualizzazione storica non sembra riuscire a trovare la propria dimensione: il riferimento non è tanto alla descrizione della fase di crescita e affermazione dell’industria del surf, quanto al ritratto dell’impatto della cultura hippie sulla comunità giovanile (e non solo) degli anni ’60-’70, dalla filosofia del flower power alle nuove droghe, dalla smania di liberazione da ogni restrizione al sogno di una vita vagabonda.
Decisamente zoppicante sotto il profilo della scrittura, Drift recupera terreno grazie a un’efficace valorizzazione della bellezza delle locations – da Cape Naturaliste a Cape Leeuwin, sede di una riserva naturale – e attraverso le immagini disegna un’impalpabile cartina geografica di alcune fra le località più amate dai surfisti di tutto il mondo: non deludono nemmeno le spettacolari riprese in acqua che documentano le evoluzioni dei vari campioni ma nemmeno questo sembra riuscire a supplire alle tante incertezze e imperfezioni che minano la resa della pellicola.
Passione, determinazione, dramma e sport si fondono in questo viaggio alle origini del mito, fra sogni imperituri, delusioni e riscatti: Morgan O’Neill e Ben Nott firmano un progetto ambizioso ma che difficilmente imprimerà un segno memorabile nella tradizione dei surfing movie, faticando nel lavoro di congiunzione fra gli aspetti più legati alla spettacolarità della disciplina e quelli più connessi al tessuto narrativo, limitandosi a fotografare la cartolina di un’Australia dalla bellezza selvaggia e indomita, patria delle onde, del vento e dei sogni di libertà.
Voto: 5
Priscilla Caporro