Scheda film
Regia: Matteo Botrugno e Daniele Coluccini
Soggetto: Matteo Botrugno
Sceneggiatura: Matteo Botrugno, Daniele Coluccini e Andrea Esposito
Fotografia: Davide Manca
Montaggio: Mario Marrone
Scenografie: Laura Boni
Costumi: Irene Amantini, Chiara Baglioni e Pierluigi Porfirio
Musiche: Antonio Vivaldi e Alessandro Marcello
Suono: Andrea Viali
Italia, 2010 – Drammatico – Durata: 87′
Cast: Maurizio Tesei, Germano Gentile, Fabio Gomiero, Michele Botrugno, Silvia Salvatori, Simone Crisari, Riccardo Flammini, Ughetta D’Onorascenzo, Paolo Perinelli, Aljosha Massine, Giorgio Biferali
Uscita: 27 maggio 2011
Distribuzione: Cinecittà Luce
La peggio gioventù
In estate, a Corviale, l’ex detenuto Marco torna dopo tre anni in libertà e torna anche a spacciare per conto dei suoi vecchi sodali. Nel frattempo nel condominio vivono anche tre amici: Faustino, Massimo e Federico che trascorrono le loro giornate fra furti e droga; poi c’è Sonia che lavora come barista nella bisca di Sergio e di giorno studia all’università. Un banale incidente farà virare le vite di tutti in uno spargimento di sangue senza eguali.
Un caso in celluloide che dal Centro Sperimentale di Cinematografia porta direttamente all’agglomerato urbano del quartiere Gianicolense meglio noto come Nuovo Corviale, conosciuto per la sua varia umanità periferica e per un progetto architettonico terminato in degrado e vite senza un apparente futuro. L’opera prima di Botrugno e Coluccini pare confermare il determinismo con il quale le esistenze di tutti i protagonisti si aggirano lungo il perimetro di un condominio che non è solo un’ abitazione ma un apparente stato di vita, con le sue logiche predefinite e le sue vite che paiono essere inghiottite dal mostro di molto cemento e molto poco vetro.
Gli attori, quasi tutti alla prima uscita, e tutti senza sfigurare minimamente, portano sul grande schermo personaggi degni di quel sottoproletariato Pasoliniano che dalle periferie della capitale, o sarebbe meglio dire dai suoi margini, portano direttamente a una vita fatta di degrado, furti ed espedienti. Botrugno e Coluccini, aiutati da Andrea Esposito alla sceneggiatura, non concedono voli pindarici ai loro protagonisti se non le arie delle quattro stagioni di Vivaldi, unica concessione per una pellicola tanto dura quanto irreale, perché nella realtà nulla di quel che viene narrato è veramente accaduto, bensì è dagli spunti di cronaca, che spesso si intravedono fra i trafiletti delle pagine locali, che è nato Et in Terra Pax, dal titolo dell’aria di Vivaldi. Spunti raccolti e rimodellati per diventare un film che non desidera fare morale, che non desidera porsi come monito verso quel che avrebbe potuto essere un quartiere modello diventato immediatamente fonte di problemi per l’amministrazione di Roma, ma che vuole raccontare storie dei giorni nostri. Premiato con la proiezione a Venezia e una citazione ai nastri d’argento del 2011, una pellicola sicuramente da vedere e recuperare se desiderate capire meglio un mondo tristemente ai margini.
Voto: 7
Ciro Andreotti