Si corona, a distanza di decenni, il sogno di Disney di rendere Fantasia un “work in progress” infinito. Fantasia 2000 prosegue, teoricamente, il discorso iniziato dal suo antenato negli anni’40. Lo spettacolo è la suggestione di immagini e musica sono indubbi, affiora qua è là una sensazione di stanchezza, di artificio, che rendono il film poco accattivante.
E’ assente il fascino, lo stile e le atmosfere del primo fantasia: le ombre lunghe, di stile espressionista, la statura di personaggi come Stokovsky, la magia e l’espressività del tratto. Fantasia 2000 è più perfetto, le animazioni sono splendide, ma manca la magia, il sogno…solo a tratti si rimane incantati. Spesso inutili e fastidosi i commenti di ospiti illustri in carne e ossa a ogni brano; Levine non ha, poi, lo stile (e la linea!) del suo precedessore.

L’episodio migliore è indubbiamente quello “commentato” dalla Rapsodia in blu di Gershwin. di Eric Goldberg. Il segmento si ispira allo stile del maestro della caricatura Hal Hirshfeld. L’assenza di ombre, il tratto splendido, l’uso della monocromia, la stupefacente sintonia tra musica e immagini, rendono questa sezione affascinante e incredibilmente avvincente, assolutamente da vedere! (magari all’IMAX).
Inoltre ben figura ancora l’apprendista stregone, presente nel film per dare un senso di continuità col passato: la magia, la simpatia e l’espressività rimangono intatte nonostante gli anni. Ecco in breve le altre sezioni:

Beethoven: Sinfonia N.5 – Abbastanza tragico, e forse quello piu’ evidentemente impostato ad illustrare le animazioni 3D. Richiama la toccata e fuga di Bach di Fantasia. A tratti coinvolgente.

Respighi: Pini di Roma – Un po’ peggio: il corpo delle balene in 3D in movimento non offre grandi emozioni, forse anche a causa di una musica poco adatta. Solo a tratti si intravvede una vera emozione.

Sostakovic: Concerto per pianoforte N. 2 – Qualche luce e molte ombre: l’animazione e’ interessante, la musica avvincente, però sa troppo di deja vu.

Saint-Saens: Carnevale degli animali (Finale) – Un piccolo sketch, decisamente divertente e travolgente, ben disegnato e non troppo distante da “Disney style”. Chissà se avessero realizzato tutto il carnevale…!

Elgar: Pomp and circumstance – regge bene grazie alla simpatia infinita di Paperino-Noè e alla comunicatività della musica di Elgar: ci si diverte e non ci si sofferma eccessivamente sulle tematiche bibliche.

Stravinsky: L’uccello di fuoco – L’ episodio, fra quelli presentati, che avrebbe avuto più senso aggiungere al filone “Fantasia”. In origine il progetto di Disney prevedeva l’aggiornamento continuo di Fantasia, da riproporre ciclicamente con alcuni brani nuovi insieme ad altri vecchi. Evidente un richiamo a Le Sacre de printemps del suo precedessore, ma il brano è comunque sufficientemente autonomo per non cadere nel citazionismo puro.

Brusco ed eccessivamente repentino il finale del film, che lascia uno strano senso di insoddisfazione.

Vito Casale