Scheda film
Regia: Stefano Petti e Alberto Testone
Soggetto: Stefano Petti, Alberto Testone, Francesco Aniello e Roberto Donati
Sceneggiatura: Pierpaolo De Sanctis, Stefano Petti e Alberto Testone
Fotografia: Stefano Petti, Eugenio Barzaghi
Montaggio: Pierpaolo De Sanctis
Musiche: Vari
Italia, 2012 – Documentario – Durata: 79’
Cast: Alberto Testone, Vinicio Marchioni
Giù la maschera, oppure su per metà
Presentato alla trentesima edizione del Torino Film Festival, dov’è stato insignito del Premio Speciale della Giuria Italiana DOC, e successivamente al Bari International Film&Tv Festival del 2013, Fatti corsari è un piccolo documentario che riesce a prendere in prestito e a mescolare con determinazione e affetto molti elementi del cinema d’autore, coniugando la precisione scenica dell’indagine all’introspezione sentimental-autobiografica del caso, ambedue sporcate da un sottile velo di sincera nostalgia dal retrogusto quasi elegiaco, nonché al servizio della scoperta di una persona e un personaggio realmente esistenti, e dei quali vorrete saperne molto di più una volta giunti alla fine del percorso.
Fatti corsari ci trascina difatti nella vita e nell’esistenzialismo elementare ma autentico di Alberto Testone (di nome e di fatto), uomo dalla cultura spicciola e odontotecnico della borgata romana di Fidene, quest’ultima in gran parte responsabile del suo principale dramma interiore: il sogno e la volontà di fare l’attore in contrapposizione alle reali possibilità di realizzarsi come tale.
Perché Alberto questo desiderio ce l’ha e lo custodisce come un vero e proprio tesoro da tantissimi anni. Recitare per lui è un po’ la X sulla mappa del suo cuore e la passione che lo spinge a inseguirla è la stessa di un corsaro che non si arrende al destino e piuttosto si rialza, sconfitta dopo sconfitta, perdendo pezzi di sé lungo la strada ma proseguendo sempre e comunque in direzione del tesoro. Alberto, che è prima persona e poi personaggio e poi ancora, di nuovo, persona d’umanissima e terrena fattezza, ha però dalla sua anche un’altra peculiarità cui è impossibile non fare caso: è identico, spiccicato proprio, al Pier Paolo Pasolini che, sì, l’attore l’ha fatto per davvero e pure alquanto bene.
Invecchiando la sua faccia s’è in effetti modellata, un po’ per natura, un po’ per razionale ingegno, attorno a quella del regista e poeta bolognese; l’uomo dai mille volti per eccellenza, la versione tutta nostrana e precorritrice della poliedricità enciclopedica di quell’altro animale da palcoscenico di Bob Dylan. Così Alberto questo suo sosia l’ha “dovuto” interpretare “per forza”, ci viene a dire con profonda umiltà mentre si scruta incerto e al contempo soggiogato davanti a uno specchio qualsiasi, e quando persino il teatro e subito dopo il cinema lo chiamano a improvvisarsi sul serio Pasolini, il gioco è fatto: giù la maschera, oppure su per metà, che il vero Testone sta finalmente per scendere in campo, mentre l’odontotecnico nato e cresciuto nella desolata Fidene può mettersi da parte, per una buona volta.
Deciso a mettersi sulle tracce del suo fantasma, tuttavia, Alberto Testone ha tanta strada da percorrere, prima di riuscire ad afferrare qualche brandello di quell’ombra d’uomo celata nei racconti di chi l’ha visto, toccato, ospitato, amato e conosciuto almeno in superficie. Pier Paolo Pasolini, che ci ritroviamo come l’aspirante attore a osservare nei frammenti di uno specchio e mai a conoscere nella sua essenza non artificiosa, è qui e allora molto più personaggio che persona. E nel frattempo, d’altro canto, Testone diventa molto più persona che personaggio, poiché in ciascuna tappa del suo viaggio alla volta del maestro ci sembra di riscoprire invece lui: quarantenne che non ha smesso nemmeno per un secondo di sognare e cercare la propria via d’uscita. Di scappare da uno stato di nascita che ha tentato di incastrarlo e rallentarlo in tutti i modi.
Diretto da Stefano Petti e dallo stesso Alberto Testone, scritto a più mani per un’amichevole collaborazione tra cercatori d’oro e archeologi dell’onesto, Fatti corsari vede la partecipazione, tra gli altri, di nientemeno che Vinicio Marchioni. Ed è sinceramente difficile comprendere, in tal contesto, dove finisca il documentario e cominci il piccolo, imperdibile capolavoro.
RARISSIMO perché… è una piccola storia, ma potrebbe interessare a molti…
Note: il film è stato presentato il 24 novembre 2012 al Torino Film Festival con successo, ma non è riuscito ad avere una regolare distribuzione in sala.
Voto: 10
Eva Barros Campelli