Scheda film
Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Damiano D’innocenzo e Fabio D’innocenzo
Fotografia: Paolo Carnera
Montaggio: Esmeralda Calabria
Senografie: Paolo Bonfini, Emita Frigato e Paola Peraro
Costumi: Massimo Cantini Parrini
Musiche: Egisto Macchi
Suono: MArc Thill
Italia/Svizzera, 2020 – Drammatico – Durata: 98′
Cast: Elio Germano, Barbara Chichiarelli, Gabriel Montesi, Max Malatesta, Ileana D’ambra, Lino Musella, Max Tortora
Uscita in digital streaming: 11 maggio 2020
Distribuzione: Vision Distribution
I bambini non ci salveranno
“Quanto segue è ispirato a una storia vera. La storia vera è ispirata a una storia falsa. La storia falsa non è molto ispirata.”
Un misterioso narratore, cui presta la voce off Max Tortora, leggendo il diario incompiuto di una bambina trovato nei pressi di una campana per la raccolta differenziata della carta, introduce le vicende del nuovo film dei fratelli D’innocenzo. Non siamo più nella periferia romana, come nella loro pellicola di debutto La terra dell’abbastanza ma in zone di villini mono-famigliari, in terra d’arricchiti.
Sfilano così storie profondamente intrecciate tra di loro, anche se incastrate in piani temporali differenti, con bambini molto intelligenti e adulti molto stupidi che non vedono più in là del proprio naso e a cui sembra che stia andando tutto bene, benché la vita stia inevitabilmente andando a rotoli.
Anche i giovani non stanno messi tanto bene e si dimostrano insufficienti a se stessi e alla propria prole, anche peggio dei quarantenni di cui sopra.
Adulti spesso inquadrati fuori fuoco o in campi lunghissimi per sottolineare la loro totale inadeguatezza ed estraneità, cattivi maestri che forse alla lunga sono migliori dei genitori che i ragazzini li usano e basta, bambini che vogliono fare grottescamente sesso insieme per emulare quegli adulti che spiano nei loro telefonini, giovani donne che allungano a giovanissimi proposte sessuali tradendo la loro infanzia e sfregiando maternità cui sono assolutamente impreparate, atti di violenza poco più che gratuiti nei confronti di minori in sostituzione di qualsiasi forma di dialogo. Lungo questo circo degli orrori si intesse la complessa trama di Favolacce, un racconto nerissimo e cupissimo, privo di ogni speranza.
Adornato dalle musiche prese in prestito dall’album “Città notte” inciso dal compositore Egisto Macchi del 1972, più un’incursione pop di Paolo Meneguzzi e sigillato sui titoli di coda dal “traditional” “Passacaglia della vita” nella versione di Rosemary Standley & Dom La Nena, il film si chiude in maniera circolare, là dove era cominciato, ma da un punto di vista differente.
L’orrore e il vuoto sociali che permeano la pellicola, che trae lontana ispirazione nel Neorealismo de I bambini ci guardano e Germania anno zero, potrebbero anche essere, almeno in parte, soltanto il parto della fantasia malata di un adulto annoiato. Ma fa poca differenza, anzi.
In un mondo in cui ben pochi nonni compaiono all’orizzonte, nessuno è rimasto più a raccontare le favole, che inevitabilmente si sono corrotte in storie cupe, violente, disperate.
Favolacce, amaro, dolente, caustico, tra vent’anni dirà di più su questi tempi bui, compresa la pandemia che stiamo vivendo, di qualsiasi libro di storia.
Note: il film è disponibile on demand sulle piattaforme Sky, Chili, Infinity, Google Play, Rakuten TV, Tim Vision, CG-Digital.
Voto: 8
PD VC